VOLI
I Voli di linea scelti per questo itinerario sono operati dalla compagnia di bandiera ETHIOPIAN AIRLINES sui cui orari ed operativi è stato elaborato il programma di viaggio. Segnaliamo che sono possibili cambiamenti di orari e di aeromobili non dipendenti dalla nostra volontà che potrebbero determinare modifiche all’itinerario di viaggio.
I voli Ethiopian Airlines partono da Roma Fiumicino e Milano Malpensa con due distinti aeromobili. È prevista la partenza Da entrambi gli aeroporti la partenza è prevista intorno alla mezzanotte, con arrivo ad Addis Abeba alle 7 circa del giorno successivo.
Addis Abeba è la base operativa e hub in Africa della compagnia.
I voli sono giornalieri e vengono operati sulla tratta Milano/Roma Addis Abeba con aeromobili Boeing 777 e Boeing 787 Dreamliner dalla capacità al suo interno di oltre 250 posti.
Il volo da Milano ad Addis Ababa dura circa 6 ore e 30 minuti
Il volo da Roma ad Addis Ababa dura circa 5 ore e 30 minuti
La cabina è divisa in due classi: Business ed Economy. La Business è di buon livello con sedili reclinabili, pasti e lounge dedicati; l'economy ha sedili ergonomici con poggiatesta e schermo singolo per ogni viaggiatore per servizi di intrattenimento.
I voli da Addis ad Asmara e ritorno durano circa 1 ora e trenta minuti. Gli aeromobili solitamente utilizzati per queste tratte sono Boeing 737-800 con una capacità massima di trasporto di 154 posti, di cui 16 in business e 138 in economy.
Sui voli Ethiopian Airlines è possibile richiedere servizi accessori al volo come: web check-in, pasti speciali, pre-assegnazione del posto e all'occorrenza extra bagaglio e assistenze speciali per disabilità (i servizi potrebbero essere a pagamento e sono comunque soggetti a riconferma da parte del vettore).
Scegliamo Ethiopian Airlines perché è una delle più grandi ed importanti compagnie dell’area ma soprattutto perchè è l'unica ad avere volo di linea diretto dai due principali aeroporti italiani. E visto che i nostri itinerari prevedono almeno un collegamento aereo interno, abbiamo ritenuto appropriata la scelta di un unico vettore per l'intero itinerario del nostro viaggio. Inoltre, per il terzo anno consecutivo Ethiopian Airlines, “the new spirit of Africa”, ha vinto il premio “Skytrax” come miglior compagnia aerea in Africa. Attualmente è membro del gruppo Star Alliance di cui fa parte anche Lufthansa. La modernità della flotta e la bassa età media degli aeromobili portano anche ad avere la migliore efficienza operativa: i consumi sono inferiori del 20% con conseguente minor impatto ambientale.
MEZZI DI TRASPORTO
Saranno utilizzati fuoristrada 4x4 con massimo 4 partecipanti a bordo più l’autista. Le spiegazioni avverranno quando il gruppo sarà unito.
Per le isole Dahlak sarà utilizzata una lancia veloce. La barca è autorizzata al trasporto fino a 10 passeggeri oltre allo staff ed è equipaggiata con giubbotti di salvataggio, bussola, GPS, telefono cellulare, radio VHF. Durante il trasferimento non sarà possibile consumare un pasto caldo a metà giornata né usufruire di servizi igienici durante la navigazione. In compenso, i tempi di trasferimento da un’isola all’altra, tempo e mare permettendo, saranno ridotti rispetto a quelli del tragitto con il sambuco od altra imbarcazione similare.
BAGAGLIO
Il bagaglio deve possibilmente essere costituito da sacche morbide di max 15-20 kg in totale. Portare vestiti semplici per il soggiorno alle isole, da non dimenticare una torcia, il costume, la crema protettiva e un capo per proteggersi dal “vento” e dall’acqua. Per i giorni di mare sulle isole portare solo un piccolo bagaglio con l’indispensabile e lasciare il resto in albergo ad Asmara.
SISTEMAZIONI
Trattasi di un viaggio spedizione ove il focus non è nell’accommodation bensì nel voler essere in certi luoghi e nel voler vivere certe esperienze. Bisogna considerare il livello di servizio e di manutenzione nel contesto in cui ci si trovano e non potranno pertanto essere paragonate a strutture occidentali. L’attribuzione delle stelle agli alberghi non corrisponde agli standard europei. Fuori Asmara gli hotel proposti sono semplici e tra i migliori disponibili, ma a volte causa mancanza di energia elettrica può capitare non sia disponibile acqua calda. Inoltre, in alcuni alberghi, può essere carente la manutenzione, in particolar modo nei locali da bagno. Non tutti gli hotel dispongono di camere twin.
Ad Asmara abbiamo scelto il Palace Asmara perché è il migliore albergo in città ed è l’unico al momento a garantire energia elettrica e acqua calda.
A Keren l’hotel Sarina è invece un hotel piuttosto semplice e abbastanza datato ma è il migliore in città.
Alle Isole Dahlak non esistono strutture fisse, quindi 3 notti sono previste in campi mobili pre-allestiti. Il campo rimane fisso su una delle isole più belle, e ogni giorno si farà un’escursione su una o due isole diverse. Il campo viene montato dallo staff locale, nessun aiuto è richiesto da parte dei partecipanti.
Sono fornite ampie e confortevoli tende igloo (dimensioni mt 2,5x2,5x1,8 o 3x3x2,2). Ogni tenda è provvista di zanzariere, pavimento isolante, finestre per l’areazione, e porte sempre protette da zanzariere. Ad ogni partecipante viene fornito un lettino da campo, cuscino, sacco a pelo, poltroncina da campo con braccioli, acqua dolce. Sono preparati anche servizi igienici da campo (wc e docce). Il campo dispone di una ampia tenda comune dove vengono serviti i pasti, ed eventuali gazebo supplementari a seconda del numero di partecipanti. Un cuoco con una cucina da campo completamente attrezzata ed altre attrezzature da campeggio ed un assistente/marinaio completano il campo.
La vita al campo permette un contatto diretto con la natura e all’interno del gruppo. Non è necessario avere precedenti esperienze di campeggio né un particolare spirito di avventura per “affrontare” le notti in uno dei nostri campi. La motivazione culturale e la coscienza della necessità di adattarsi sono sufficienti a superare eventuali piccole difficoltà.
PRANZI E CENE
Prevediamo il trattamento di pernottamento e prima colazione durante il tour, di pensione completa durante il soggiorno alle Dahlak. L’economia del paese è piuttosto altalenante, i prezzi delle materie prime e del carburante sono alle stelle. Ci vediamo costretti a lasciare i pasti liberi (ad esclusione delle Dahlak dove provvederemo a fornire tutti i pasti) in modo da organizzarli in loco con l’aiuto del nostro esperto e della guida locale; ognuno spenderà in base a quello che realmente consuma, prevedere la spesa in anticipo comporterebbe davvero un costo troppo elevato. Un pasto completo (primo, secondo e contorno, frutta o dolce, the o caffè, una bevanda locale) costa attualmente 800 Nakfa, pari a circa 40 euro. Conoscendo le proprie abitudini alimentari, per ognuno sarà più facile gestire i pasti e allo stesso tempo i costi.
Prevediamo la pensione completa durante le giornate sulle isole dell’arcipelago: i pasti saranno semplici ma consistenti, cucinati dal cuoco del campo. A colazione verranno serviti tè, caffè, latte in polvere, uova, biscotti, marmellate, pane dancalo, foul (colazione tipica del bassopiano eritreo a base di fave, pomodoro, cipolle, peperoncino, olio di oliva). A pranzo e a cena viene servito un primo piatto, normalmente pasta o riso, e un secondo piatto a base di pesce o carne o uova con contorno di verdure e frutta di stagione. Quando il pranzo è a picnic vengono preparati dei sandwich o un piatto unico e frutta. Sono incluse 6 bevande locali per persona al giorno, tra acqua in bottiglia, bibite o birra, oltre a una bottiglia di areki per gruppo. E’ questo il liquore preferito degli eritrei, che viene sempre usato durante i viaggi. Bevande extra sono disponibili a pagamento.
GUIDE
Tour esclusivo con il nostro Esperto, e guide-accompagnatori locali parlanti inglese/italiano. In generale, pur non essendo comparabili alle guide locali che si trovano in altri Paesi a livello di conoscenze di storia, arte ed architettura, sono comunque valide ed indispensabili. Per loro formazione socio-culturale sono piuttosto riservati, quindi si consiglia di sollecitare le spiegazioni con domande piuttosto che aspettare che siano loro a prendere l’iniziativa. Parlano un buon italiano.
Cuoco e staff locale quando i pernottamenti sono previsti in campo.
MANCE
Consigliamo di prevedere circa 70 Euro di mance a persona per autisti, guide, personale di servizio, da consegnare all’accompagnatore in corso di viaggio. L’accompagnatore provvederà a distribuirli secondo gli usi locali, tenendo opportunamente informati i partecipanti. L’importo delle mance è indicativo e può variare in base al numero complessivo dei partecipanti al viaggio e in base al livello di soddisfazione per il servizio ricevuto.
ITINERARIO
Considerando la destinazione ed il viaggio è necessario armarsi di una buona pazienza e flessibilità, vivendo ogni momento, anche eventuali disguidi e ritardi, come un’occasione per conoscere questa magnifica regione, consapevoli che ogni situazione può offrire magici spunti.
Il chilometraggio e il tempo di percorrenza tra una località e l’altra possono variare da un viaggio all’altro a seconda della condizione delle strade, dalle soste e dagli incontri che si possono fare lungo il tragitto e dal numero di mezzi utilizzati.
Le escursioni a Kohaito e Adi Quala non sono garantite dato che dipendono dai permessi rilasciati dalle autorità locali. Per questo le abbiamo indicate come facoltative. In caso di rilascio dei permessi, il costo per Kohaito è di euro 160 e per Adi Quala euro 130 (con pranzo incluso, minimo 4 persone).
Escursione e soggiorno alle Isole Dhalak. Il programma finale viene deciso giornalmente dal comandante in base alle condizioni atmosferiche, del vento e del mare; quindi può succedere che sia modificato l'itinerario, che cambi l’ordine delle visite e/o certe escursioni siano sostituite con altre. Essendo previsti spostamenti in barca in mare aperto è utile ricordare che puo’ essere utile portarsi qualche prodotto contro il mal di mare.
SOSTENIBILITA’
L’impegno per un turismo sostenibile
Promuoviamo lo sviluppo di una coscienza sostenibile da sempre. Da molto prima che la parola sostenibilità diventasse tendenza. Favorire un turismo che non consuma, sfiora e valorizza ciò che incontra, visitare i luoghi cercando di lasciare tracce minime del proprio passaggio sono tra i primi punti della nostra “Carta Etica del Viaggio e del Viaggiatore”, documento redatto nel 2006 e consegnato a tutti i viaggiatori prima della partenza, in cui si riassumono principi, buone regole e attenzioni che possono contribuire a salvaguardare il pianeta e i popoli che lo abitano. Ad esempio, i comportamenti da adottare con la plastica: la battaglia del momento, una lotta che ci è particolarmente cara, come dimostra anche il kit da viaggio sostenibile che regaliamo alla partenza per sensibilizzare, e che comprende:
- una borraccia da portare con sé, per scoraggiare l’uso delle bottigliette d’acqua di plastica
- buste portadocumenti realizzate in carta Ecophilosopy, senza utilizzo di colla, e stampate con inchiostri ad acqua interamente riciclabili.
APPROFONDIMENTO DAHLAK: Le Dahlak sembrano zattere appena emergenti dalle onde. Le spiagge sono bianchissime perché costituite esclusivamente dalla distruzione del calcare delle barriere coralline. Ampi tratti della loro costa sono costituiti da basse falesie scavate alla base a formare spioventi di preoccupante stabilità. Alla base della loro origine c’è l’erosione causata dal moto ondoso, accoppiato al pascolamento di molluschi gasteropodi che grattano la roccia alla ricerca delle alghe di cui si nutrono. La presenza di queste strutture, in alcuni punti molto al di sopra del livello del mare o a 10-20 m di profondità, anche pesci di grande importanza economica. Il legno delle mangrovie è inoltre l’unico facilmente disponibile in un ambiente costiero quasi desertico e un progetto già iniziato sulla costa si propone di ripopolare alcune zone che erano state troppo sfruttate in passato. L’interno delle isole è dominato dal monsone di nord-est che risale d’inverno lungo il Mar Rosso, portando pioggia a tutta la metà meridionale. Sono meno di 200 mm all’anno, ma tanto basta per rinverdire le isole. Le Dahlak rientrano in quella che i fitogeografi chiamano “arbusteto e prateria arida etiopica”, ma non vi sono mai state ricerche botaniche approfondite e le più autorevoli risalgono ancora a quelle fatte alla fine dell’ottocento da Achille Terracciano, dell’Università di Sassari, che visitò una decina di isole e vi raccolse più di cento specie. Anche la fauna è stata poco studiata e se non ci si sorprende per la presenza di una decina di specie di rettili, diverso è il caso per tre specie di anfibi. Infatti non possono sopravvivere nell’acqua marina e devono essere giunti in zona quando, durante l’ultima glaciazione, la piattaforma rocciosa che comprende le Dahlak era collegata alla terraferma per l’abbassamento del livello del mare. Poche le specie di mammiferi: ratti neri, gatti e gazzelle, un paio di specie di pipistrelli, topi e toporagni ancora da identificare e in apparenza nient’altro. Tutto ciò che forse un tempo abitava le isole si è probabilmente estinto per il progressivo inaridimento e per l’azione diretta dell’uomo contro quelle specie che potevano essere un pericolo per sé e per le sue greggi.
L'ORIGINE DELLE ISOLE: Le più di 200 Dahlak sono vere figlie del Mar Rosso. Infatti a differenza di tante isole che sono frammenti di continente o resti di vulcani, le Dahlak si sono formate da barriere coralline emerse a causa dei movimenti che riguardano la separazione della zolla arabica da quella africana. Tale separazione raggiunse uno sviluppo simile a quello attuale durante l’Oligocene (38-24 milioni di anni fa) formando un mare che era allora collegato a nord con il Mediterraneo e non a sud con l’Oceano Indiano. Alla fine del Miocene, tra i 5,7 e i 5 milioni di anni fa, il movimento verso nord dell’Africa quasi chiuse lo stretto di Gibilterra, rallentando lo scambio di acque con l’Oceano Atlantico. Molta più acqua evaporava allora di quella che entrava come una cascata dallo stretto di Gibilterra, il livello del mare si abbassò e la salinità aumentò. Sul fondo si depositarono allora enormi strati di sali che sotto le Dahlak raggiungono uno spessore di anche più di 3 chilometri. Successivamente si chiuse il collegamento tra il Mar Rosso e il Mediterraneo e si aprì a sud una comunicazione con l’Oceano Indiano. Pian piano l’erosione delle coste ricoprì i depositi salini con uno strato di argille, sabbie e ghiaie. I complessi movimenti della litosfera collegati alla separazione tra l’Africa e la penisola arabica portarono ad un graduale sollevamento della piattaforma che comprende le Dahlak e, quando il fondale marino non fu più profondo di 50 metri, iniziò la formazione delle spesse barriere coralline che costituiscono ora le rocce delle Dahlak. Il processo di accrescimento dei coralli ebbe luogo soprattutto nell’ultimo periodo interglaciale, tra i 200.000 e i 120.000 anni fa,. e un po’ intorno agli 80.000 anni orsono, ma si interruppe quando, in contemporanea con l’ultima glaciazione (10.000 anni fa), l’acqua si raffreddò e il livello del mare calò esponendo all’aria le barriere coralline. Con lo scioglimento dei ghiacciai il livello del Mar Rosso riprese a salire, ma raggiunse il livello attuale solo 5000 anni fa dando alle Dahlak l’aspetto che conosciamo. I coralli che si ammirano oggi alle Dahlak sono perciò di origine recentissima. La vera e propria formazione delle isole dipese però da movimenti tettonici locali, ancora in atto, causati dalle masse di sale sottostanti rocce sedimentarie più pesanti. Quando infatti si formava una faglia, una frattura negli strati rocciosi, le rocce pesanti sovrastanti gli strati salini potevano inclinarsi formando zone più elevate, le isole, e zone di mare più profondo.
IL MARE: Le isole Dahlak politicamente fanno parte dell’Eritrea e si trovano nella parte meridionale del Mar Rosso. Questo mare, per quanto relativamente piccolo, viene considerato dai geologi un vero e proprio oceano in formazione, a causa della separazione della placca africana da quella arabica, un processo simile a quello che ha formato l’Oceano Atlantico. La forte insolazione dovuta alla posizione tropicale e alla scarsa copertura nuvolosa fanno del mare delle Dahlak uno dei più caldi del mondo, con una temperatura dell’acqua che varia tra i 26°C del periodo invernale e i 32°C di luglio e agosto. Anche la salinità, 38 per mille alle Dahlak, è elevata, come conseguenza della forte insolazione, del relativo isolamento dall’Oceano Indiano e della mancanza di fiumi permanenti. Le acque delle Dahlak sono biologicamente più ricche e produttive di quelle ben più famose del Mar Rosso settentrionale perché le Dahlak emergono da una bassa piattaforma continentale e i venti e le correnti locali riescono a smuovere dai fondali i sali necessari allo sviluppo del plancton. Inoltre, per molti mesi all’anno una corrente costante entra dall’Oceano Indiano portando acque più ricche. Una conseguenza dell’abbondanza di plancton però è che le acque sono spesso molto torbide. Solo d’estate la visibilità migliora perché allora predominano venti da nord che spingono verso le Dahlak l’acqua più limpida del Sudan. Grandissima è la varietà biologica del Mar Rosso e le acque delle Dahlak ne sono una dimostrazione. Elevato è anche il grado di endemismo, cioè della percentuale di specie animali e vegetali con una ristretta distribuzione geografica. Molte di queste vivono solo nel Mar Rosso e nel Golfo di Aden dove si sono evolute in parziale isolamento dal resto dell’Oceano Indiano dalla presenza di acque fredde lungo le coste dello Yemen meridionale e dell’Oman. Altre specie sono ristrette al solo Mar Rosso e sono riuscite a sopravvivere alla crisi di salinità dell’ultima glaciazione quando il livello degli oceani si abbassò anche di 130-150 metri rispetto al livello attuale, rallentando l’ingresso di acqua nel Mar Rosso che si trasformò in un lago iper-salino inadatto alla vita della normale fauna e flora marina tropicale. In alcuni punti però, come nelle foci dei fiumi o all’ingresso meridionale del Mar Rosso, la salinità era meno elevata e queste specie sopravvissero. Poi alla fine della glaciazione il livello degli oceani riprese a salire riportando 11.000 anni fa la salinità del Mar Rosso a livelli normali e ripopolandolo con tutte le specie tropicali che nel frattempo erano sopravvissute nel vicino Golfo di Aden.