• DALL’ANTICA HEGRA A PETRA LUNGO LA VIA DELL’INCENSO

    ARABIA SAUDITA GIORDANIA

  • DALL’ANTICA HEGRA A PETRA LUNGO LA VIA DELL’INCENSO

    ARABIA SAUDITA GIORDANIA

    Viaggi con Esperto

    Durata 11 GIORNI
    Partecipanti MINIMO 11 MASSIMO 16  PARTECIPANTI
    Partenze

      2023

    • Dal 10  novembre  al 20  novembre  
    • Dal 29  dicembre  al 8  gennaio  

    A PARTIRE DA:  

    6.850€

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    Arabia Saudita - Giordania

    DALL’ANTICA HEGRA A PETRA LUNGO LA VIA DELL’INCENSO

    Ci sono viaggi che sfiorano la leggenda.

    Per secoli la Via dell’Incenso ha rappresentato una delle principali rotte di comunicazione dell’umanità: dall’Arabia Felix attraverso deserti e oasi, popoli e lingue diverse, caravanserragli e città scavate nella roccia fino alle sponde del Mar Mediterraneo. Un’epopea di dromedari e carovane che non soltanto portavano merci preziose: si muovevano persone, si contaminavano i costumi, si confrontavano diverse religioni e idee di mondo. E quando il progresso ha inaridito queste regioni, e anche il clima si è fatto più torrido, e si sono scontrati imperi, dagli Omayyadi ai Bizantini, dai Mammelucchi agli Ottomani, e ancora sono sorti confini più politici che reali, la Via dell’Incenso si è spenta restando però nella letteratura, nei libri di storia e nell’immaginario comune. Ed è nata la leggenda. Un’epicità, per gli amanti della Storia, dell’archeologia e delle grandi avventure, che oggi dopo tanto tempo possiamo nuovamente rivivere con questo viaggio: Hegra e Petra, finalmente insieme. Da una parte il deserto saudita, l’enorme oasi di AlUla con i suoi palmeti, le farm, le formazioni di arenaria e gli orizzonti sconfinati: è qui che sorge Hegra, sconosciuta città nabatea, con tombe imponenti scavate nella roccia, a poca distanza da petroglifi ancora più antichi. Dall’altra una delle sette meraviglie del mondo moderno, la capitale del regno: Petra, nascosta tra le rocce, con le sue geniali opere idriche e le tombe dei re nabatei. Due siti archeologici protetti dall’Unesco che rappresentano alcune delle opere umane più incredibili mai realizzate, in naturali bellissimi quanto difficili, e da vedere almeno una volta nella vita. Lungo la Via dell’Incenso incontriamo anche Jeddah, con i suoi vecchi palazzi decadenti in pietra corollare, Medina, con i pellegrini provenienti da ogni parte del mondo. E poi il deserto saudita, tra canyon lunghissimi e labirinti tra i faraglioni di arenaria, e quello giordano, il Wadi Rum. Infine castelli crociati, mosaici bizantini e il Mar Morto, il punto più basso sulla Terra.
     

    Un viaggio unico nel suo genere, dedicato a viaggiatori esperti, avventuroso ma confortevole, sulle orme di chi, prima di noi, centinaia di anni va, lo faceva a passo di dromedario.

    ITINERARIO

    Partenza da Milano Malpensa per l’Arabia Saudita con volo di linea diretto o via scalo internazionale. Cena a bordo e arrivo in tarda serata a Riyadh. Accoglienza da parte del corrispondente locale dopo il disbrigo delle pratiche doganali. Trasferimento privato in hotel e pernottamento.  NB: per chi partisse da Roma o da altri aeroporti italiani, possibilità di prenotare il volo domestico di collegamento o di unirsi al gruppo all’aeroporto di scalo, se previsto, con suppl. tariffario.
    Prima colazione in hotel e giornata dedicata alla visita di Jeddah.Situata nel Mar Rosso, la città era originariamente un villaggio di pescatori. Nel 647 d.C. il califfo musulmano ‘Uthman B. ‘Affan la trasformò in un porto per i pellegrini musulmani che vi transitavano durante il viaggio che li portava alla Mecca. Ancora oggi Jeddah è un crocevia per milioni di pellegrini che arrivano in aereo o via mare. Negli ultimi anni, come molte altre città della penisola arabica, ha visto un notevole sviluppo urbanistico, anche se più tradizionale e, salvo lungo la corniche, evitando di svilupparsi in verticale. La città è la seconda per numero di abitanti, che oggi sfiorano i 4 milioni. Visiteremo di prima mattina il tradizionale mercato del pesce, con le barche dei pescatori appena arrivate, e la corniche, ovvero il lungo mare dove si trovano molti alberghi, la passeggiata, alcune moschee tra cui la Moschea dell’Isola, progettata dall’architetto egiziano Abdel–Wahed El–Wakil nel 1943; è unita alla terraferma da una sottile striscia di terra che induce a recarvisi in pellegrinaggio con andamento solenne. Curiose sono anche le sculture che adornano le rotonde di alcune strade e che sono diventate un vero simbolo della città: troviamo una bicicletta gigante, un incensiere, un’auto bianca su un tappeto volante e tantissime altre immagini eccentriche ma significative.  Ci sposteremo poi al museo Abdul Rauf Khalil, che ospita una ricca collezione di oggetti, testimoni della cultura millenaria del paese. Pranzo in ristorante locale.Nel pomeriggio continuiamo le visite della città, recandoci nel vecchio quartiere di Al Balad, il centro storico della città iscritto tra i patrimoni dell’umanità dell’Unesco. Abbiamo lasciato appositamente quest’area per ultima per sorprenderci ancora una volta dei volti di questo Paese. Ad Al Balad sorgono più di quattrocento palazzi storici, i più antichi dei quali risalgono a cinquecento anni fa e che ricordano le case yemenite. Visita di un palazzo tipico saudita. Poi ci recheremo nel Suq, con le sue botteghe artigianali. E infine tempo libero a disposizione, perché la cosa più bella è forse semplicemente perdervi tra le viuzze sottili, adornate qua e là da vasi di fiori, e scoprire i volti e li sguardi di chi ancora vi abita. Rientro in hotel e cena libera, con il tour leader a disposizione per provare uno dei ristoranti da noi selezionati.  
    Dopo colazione, trasferimento privato alla stazione ferroviaria per prendere il modernissimo treno ad alta velocità che, in circa due ore e mezza, ci porterà a Medina. Il treno è in assoluto il mezzo di trasposto più comodo e il fatto di utilizzare un mezzo pubblico ci dà anche la possibilità di osservare un piccolo spaccato di vita quotidiana.Medina è il luogo in cui il profeta Maometto visse e insegnò dopo la migrazione dalla Mecca nel 622 d.C., chiamato Hijrah (Egira). Quest'anno è così importante nella storia islamica che segna l'inizio del calendario e, da allora, la città - precedentemente nota come Yathrib - iniziò ad essere chiamata Madinat al-Nabi, la città del profeta, soprannominata anche al-Madina al-munawwara, “la città illuminatissima”. Ed è così che viene vista da milioni di pellegrini che giungono sin qui da ogni parte del mondo. Se l’Haji è il quinto pilastro dell’Islam e prevede il pellegrinaggio alla Mecca, nel corso di questo o in altre occasioni, il fedele può compiere anche la Ziyara, ovvero l’atto devozionale con cui ci si reca in un luogo santo, tra cui quello più importante ha come destinazione proprio Medina. Solo recentemente aperta ai viaggiatori non credenti, Medina sprigiona un’energia e un’atmosfera davvero particolari. Ci si trova in un luogo tra i meno frequentati al mondo da parte degli occidentali (o, meglio, dei non credenti) e allo stesso tempo in una città frequentatissima e dove, lo si può dire, si può osservare una diversità umana, culturale e linguistica davvero eccezionale. La città, che conta oggi poco più di 1 milione di abitanti, è incentrata su Al Masjid an Nabawi, conosciuta anche come la Moschea del Profeta, costruita dallo stesso Maometto, che proprio qui vi è sepolto. La visita sarà possibile solo dall’esterno. Pranzo in un ristorante tipico del centro città.Dopo le visite, partiremo in bus/minibus verso nord fino a raggiungere la grande oasi di AlUla. All’arrivo, trasferimento privato in resort. Cena e pernottamento.
    Due giornate davvero intense nell’Oasi di AlUla. Uno di quei luoghi al mondo in cui abbiamo imparato ad apprezzare il tempo lento da dedicare, per non perdere nessuna occasione e neppure la magia che avvolge questi posti. Inizieremo le visite dopo le colazioni al resort, i pranzi li prevediamo sempre in tipiche farm locali e le cene al nuovamente al campo tendato. Iniziamo da “Lei”, tanto attesa: Mada'in Saleh. Un luogo di profonda bellezza e carico di suggestioni per il connubio estremo tra la natura e l’opera dell’uomo. Primo sito patrimonio Unesco dell’Arabia Saudita, nel 2008, anche conosciuto con il nome di Al Hijr, era nota ai tempi degli antichi greci, grazie alla testimonianza di Strabone, come Hegra. Sembra che i primi insediamenti risalgano attorno all’ VIII secolo a.C., ma è sotto il regno dei Nabatei che la città si espanse e, tra il 100 a.C. e il 75 d.C., furono realizzate tutte le principali opere che caratterizzano il sito. I Nabatei regnavano da Damasco a Gaza fino alle frontiere con lo Yemen, per conoscere poi un inesorabile declino con l’arrivo dei Romani, che conquistarono l’area corrispondente oggi alla Giordania per prendere il controllo delle principali rotte commerciali che in quest’area confluivano, dalla via della Seta a quella dell’Incenso, proveniente proprio dalla penisola Arabica. Ormai è accertato da alcuni ritrovamenti che fin qui si spinsero le truppe le truppe dell’imperatore Traiano, e che l’area probabilmente fece parte della provincia dell’Arabia Petrea, con capitale Petra. I grandi sepolcri, con architetture ben squadrate ricavate dalle pareti delle formazioni rocciose, conferiscono all'intero paesaggio un aspetto surreale. La più imponente delle tombe è la Qasr Farid, contraddistinta da una massiccia facciata monumentale e forse l’immagine più iconica del sito. La tomba era stata fatta costruire per un valoroso condottiero che, a quanto pare, morì in battaglia senza mai riuscire ad usufruire del luogo predisposto. A differenza di Petra, qui non vennero sepolti i re nabatei, ma altre importanti personalità. Per chi ha già visitato il sito giordano, l’emozione resta comunque intatta. Perché qui non ci sono stretti siq per raggiungere i luoghi sepolcrali, che sono tutti esposti lungo la vallata di AlUla, affacciati verso il deserto e grandi orizzonti. Anche la lontananza dai centri abitati, dalle stesse strutture turistiche, comunque poche, contribuisce alla sensazione di spaesamento e meraviglia, nel vedere opere umane così raffinate in un luogo così remoto. Da visitare anche il Diwan, sala del parlamento nabateo, costituita da un'immensa stanza ricavata nel cuore della roccia (e qui sì potremmo attraversare un piccolissimo siq).AlUla non è solamente Hegra. Faremo un piccolo salto indietro nel tempo, recandoci in un sito abitato prima dell’arrivo dei nabatei: a Dedan. La vecchia capitale del regno di Lihyan, citata nell’antico testamento e la cui origine sembra provenire più a sud, visse il suo splendore dal VI al II secolo a.C., quanto subirono l’influsso dei nabatei. La loro fortuna fu l’attività intensiva di irrigazione che gli consentiva, grazie anche ad una maggiore presenza di acqua, di coltivare la terra della vallata di Al Ula e, allo stesso, tempo, si dedicarono al commercio: incenso, mirra, spezie provenienti dall’Arabia meridionale. Il popolo lihyanita fu noto anche agli antichi romani, tanto che Plinio si riferisce all’odierno golfo di Aqaba, proprio come Golfo di Lihyan. Oggi sono visibili centinaia di tombe, la cui più celebre è la tomba dei Leoni, per le decorazioni ai lati dell’ingresso che simboleggiavano probabilmente lo status e il potere del defunto, mentre altre tesi affermano che fossero le teste dei leoni fossero state scolpite per proteggere il sonno dei morti. Un altro sito stupefacente è Ikhmah, poco distante, dove si trova la famosa “biblioteca all’aperto”, dove sono state rinvenute antiche iscrizioni, in realtà disseminate un po' ovunque nell’area di AlUla. Le più antiche risalgono tra il IX e il X secolo a.C., e percorrono tutta la storia degli abitanti della regione e delle carovane che passano di qui: troviamo scritte in aramaico, tamudico, dadanitico, nabateo, greco, romano e arabo. C’è poi la visita della vecchia AlUla. Il centro, abitato fino alla fine del XX secolo, è noto come Ad-Deerah; in fase di parziale restauro, è costituito da una serie di case in argilla (ce ne sono fino ad un migliaio) anche su due o tre piani, dominate da un forte.  Spostandoci con i 4x4, abbiamo la possibilità di inoltrarci con più facilità in aree più appartate, desertiche o panoramiche che possono cambiare di viaggio in viaggio. Perché ad AlUla non si smette mai, per la sua ricchezza naturalistica e culturale, di scoprire percorsi e scorci nuovi. Tra i più celebri c’è per esempio l’Elephant Rock, un’enorme formazione di arenaria che ricorda la silhouette di un elefante. Nei suoi pressi è possibile prendere un aperitivo, magari al tramonto quando i colori della roccia si infiammano. Modellate dal vento, scolpite dall’acqua, le pareti di roccia, le guglie, le torri che emergono dalle sabbie di questa zona sono la scenografia perfetta che segnano il connubio tra opera dell’uomo e quella della natura. Anche The Arch, in una zona più distante dall’oasi, è tra le rocce più iconiche che potremmo visitare; oppure potremmo finire la giornata all’Harrat Viewpoint, da dove ammirare Dedan, AlUla e i palmeti dall’alto. Interessante anche l’Orange Path, il mercato degli agrumi coltivato nell’oasi.  Il pranzo del primo giorno lo passeremo al nostro resort, mentre la cena sarà libera (con autista e tour leader a disposizione per chi voglia provare uno dei rinomati ristoranti di AlUla). Il pranzo del secondo giorno sarà in una tipica farm o ristorante locale, mentre la cena in resort.
    Prima colazione e partenza verso nord, seguendo la medesima direzione che intraprendevano le carovane centinaia di anni fa. Provenivano dal profondo su, dall’Arabia Felix, portando incenso e altre merci preziose destinate all’Impero Romano. Passavano da Hegra, si infilavano nei canyon e nel dedalo di arenarie del nord dell’Arabia Saudita, sostando in piccole oasi carovaniere fino ad Aqaba e poi ancora più su, a Petra e verso la Decapoli, per poi proseguire verso la Turchia o imbarcarsi sulle coste mediterranee. Anche noi oggi percorreremo lo stesso paesaggio mozzafiato, attraversando: la Disah Valley. La vedremo inizialmente dall’alto: un dedalo di montagne e wadi che caratterizza quest’area di straordinaria rilevanza geologica. E poi scenderemo. Qui c’è ancora acqua, presente tutto l’anno, e il fondo del canyon è verde e rigoglioso, ricco di palme. Possiamo solo immaginarci, ai tempi dei nabatei o dei romani, cosa significasse per le carovane attraversare luoghi come questo, prima di attraversare il deserto. Ci fermiamo a fare due passi e picnic lungo la via, prima di riprendere l’asfalto nei pressi dell’omonimo villaggio, Al Disah.Nel pomeriggio ci fermeremo anche allo spettacolare Shaq Canyon, dove sono state rinvenute anche delle tombe risalenti all’età del bronzo. Tabuk ormai non dista molto. Raggiungiamo il capoluogo della regione nel tardo pomeriggio. Sistemazione, cena e pernottamento in hotel.
    Il geografo greco Tolomeo, in alcune sue opere, fa cenno ad una località chiamata "Tabawa", situata nella parte nord occidentale della Penisola Arabica, che sembra coincidere con la Tabuk odierna. Negli ultimi anni la città è letteralmente esplosa a livello urbanistico ed è cresciuta molto a livello economico e commerciale. Soprattutto, è il principale punto di partenza per la regione del nord ovest, una delle più affascianti dell’Arabia Saudita, ricca di vestigia nabatee e inserita in un ambiente naturale di rara bellezza. Dopo colazione partiamo quindi verso ovest: dopo circa un’ora lasciamo l’asfalto e ci inoltriamo nella Hisma Valley. Il paesaggio assomiglia molto a quello del vicino deserto del Wadi Rum, in Giordania, con dune di sabbia e imponenti formazioni rocciose, faraglioni di roccia e qualche insediamento beduino, con i quali, con un po' di fortuna, potremo condividere del chai o del caffè aromatizzato al cardamomo. Gli scorci grandiosi che si aprono sono sempre diversi e inaspettati. Pranzo a picnic in corso di escursione. Attraverseremo questa porzione di deserto da sud verso nord, fino a ricongiungerci con la strada asfaltata che ci porta a Madyan. Questo sito archeologico è un piccolo gioiello nascosto, perché fuori da ogni itinerario turistico e perché ci offre subito un’idea della stratificazione culturale e architettonica di quest’area, e di quanto fosse importante ai tempi delle rotte commerciali. Quest’area, infatti, si trova in posizione strategica: a metà strada tra Hegra e Petra, ma anche vicino ad Aqaba e al Mar Rosso. I reperti più antichi risalgono al II millennio a.C. e la tradizione vuole che Mosè, fuggendo dall’Egitto, si rifugiò proprio nell’area desertica di Madyan, dove gli venne affidato da Dio il compito di tornare in Egitto per liberare il popolo ebraico. Agli edifici più antichi, scavati nella roccia, si sovrappongono le tombe dei nebatei, nell’area di Mugha'ir Shu'ayb. La necropoli conta circa una trentina di tombe, alcune delle quali decorate con colonne e capitelli che sembrano ispirarsi allo stile greco. A differenza di Petra, qui è possibile affacciarsi all’interno e vedere chiaramente i singoli luoghi sepolcrali. Continuiamo verso nord fino a raggiungere il Mar Rosso e, di lì a poco, il confine con la Giordania. Qui lasciamo il nostro mezzo di traporto e passiamo la frontiera. Incontro con il nostro referente locale e proseguimento lungo la strada costiera fino ad Aqaba.Sistemazione in hotel, cena e pernottamento.
    Prima colazione in hotel e partenza verso Wadi Musa, il paese che sorge all’ingresso di Petra. Lasciamo il Mar Rosso e ci inoltriamo attraverso il deserto, nuovamente, tra le arenarie e le sabbie questa volta del Wadi Rum. Escursione in fuoristrada di due ore alla scoperta degli scorci più belli. Intorno a noi avremo ampie vallate sabbiose, inframmezzate da arenarie multicolori, alture con bizzarre forme e tonalità definite dal vento in modi assai fantasiosi. Ripartiremo poi verso nord est. Pranzo in ristorante locale lungo la via. Nel pomeriggio faremo il primo ingresso a Petra. Patrimonio dell’umanità Unesco e una delle sette meraviglie del mondo moderno, è un luogo carico di suggestioni, storia e segna il connubio tra natura e civilizzazione; presente nell’immaginario collettivo di noi tutti ma ancora in grado di raccontare misteri e di sorprendere.Il nome deriva dal greco e significa “roccia”. La città divenne capitale dei Nabatei nel 311 a.C. e il suo periodo di massimo splendore fu durante il regno di Aretas IV, a cavallo della cita di Cristo, quando contava più di 25.000 abitanti. L’arrivo dei romani coincise con un ulteriore sviluppo architettonico e artistico e Adriano la visitò nel 130 d.C. Al termine della visita, sistemazione in hotel, cena e pernottamento.
    Intera giornata dedicata alla visita di Petra. Ci si reca ai “siti bassi” attraverso il Siq, passando per El Khasneh al Faroun e giungendo fino al “Monastero”, al termine di una scalinata. Pranzo all’interno del sito e pomeriggio di ulteriori visite.Rientro in hotel nel tardo pomeriggio, cena e pernottamento.
    Nella mattinata visita alla Piccola Petra (Siq al-Barid), la città dove i Nabatei usavano far soggiornare i propri ospiti. Il gran numero di locali e di caverne, insieme alle molte cisterne e alla non grande presenza di tombe, inducono a considerare Siq al-Barid quale centro commerciale e di servizi della città di Petra, dove le grandi carovane in transito non potevano entrare. Come sembra anche testimoniare il grande spazio esistente prima dell’ingresso al sito. Qui, si presume che queste potessero sostare in attesa che avvenissero le transazioni commerciali e i carovanieri si riposassero, prima di riprendere il percorso verso le regioni mediterranee. Partenza poi verso nord e sosta al castello crociato di Shobak, il più significativo castello della Giordania dal punto di vista strutturale e per la localizzazione. Situato sul pendio di un’altura, è isolato da ogni centro abitato. Appare intrigante già in lontananza, e si erge su un altipiano caratterizzato da molte caverne. Risale al XII secolo e fu costruito da Baldovino, conquistato da Saladino, ampliato dai turchi. Presenta torri, pozzi, passaggi segreti, cortili, catacombe, chiesa, iscrizioni. Non tutti gli ambienti del castello sono aperti al pubblico e a volte, come in molti dei luoghi turistici giordani (Nebo, Kerak…), possono essere in corso lavori di scavi e manutenzioni. Pranzo in ristorante locale lungo la via.Nel pomeriggio ci fermiamo a Umm al-Rasas che ospita i più importanti e interessanti mosaici del Paese. Per questo è Patrimonio dell’Umanità UNESCO. Le opere più degne di attenzione sono nella Chiesa di Santo Stefano, dell’VIII secolo. Richiamano, oltre ad alcune città della regione, scene di vita quotidiana legate alla caccia, pesca, agricoltura, con particolari anche curiosi, come quello famoso che rappresenta un uomo che cavalca uno struzzo. Arrivo nel tardo pomeriggio sul Mar Morto, punto più basso della terra a circa 400 metri sotto il livello del mare formatosi, pare, oltre 50.000 anni fa. A seconda dell’ora di arrivo, eventuale tempo a disposizione per relax e provare la spa dell’hotel. Cena e pernottamento.
    Partenza con trasferimento privato verso aeroporto in tempo utile per il volo di rientro via scalo europeo. Arrivo in Italia nel pomeriggio e fine del viaggio.  Qasr Al-Farid, HegraIngresso a PetraLungo la Disah ValleyL’arenaria del Siq di Petra 

    Perché con noi

    - UNA PRIMA ASSOLUTA ALLA SCOPERTA DELLE CITTA' DEI NABATEI: HEGRA E PETRA, PATRIMONI UNESCO - ITINERARIO LUNGO LA VIA DELL'INCENSO: DA JEDDAH FINO AL MAR MORTO ATTRAVERSO DESERTO, OASI E SITI ARCHEOLOGICI - SISTEMAZIONI SELEZIONATE DI OTTIMO LIVELLO - 3 PERSONE PER AUTO QUANDO SI USANO I 4X4 IN ARABIA SAUDITA  

    I nostri esperti

    FABIO BOURBON

    Dal 10  novembre  2023 al 20  novembre  2023

    FABRIZIO CRUSCO

    Dal 29  dicembre  2023 al 8  gennaio  2024

    Approfondimenti di viaggio

    IMPORTANTE – LEGGERE CON ATTENZIONE Il viaggio è dedicato a viaggiatori esperti e consapevoli del contesto culturale in cui ci si trova. È pertanto richiesto un certo spirito di adattamento per quanto riguarda i servizi usufruiti e che potrebbero non corrispondere a quelli di standard occidentale o essere soggetti a modifiche non dipendenti dalla nostra volontà. È bene tenere presente che l’esclusività del viaggio sta nell’essere tra i primi o tra i pochissimi viaggiatori al [...]