MEZZI DI TRASPORTO
Per effettuare questo tour utilizziamo quasi sempre il bus privato.
I trasferimenti sono previsti con mezzi di trasporto adeguati al numero di partecipanti, avendo come priorità il distanziamento e il comfort dei passeggeri. Per questo dichiariamo il veicolo che utilizziamo e il suo riempimento.
1/2 persone: auto (5 posti a disposizione)
3/6 persone: minivan (9 posti a disposizione)
7/9 persone: micro bus (17 o 19 posti a disposizione)
10/12 persone: middle bus (24 o 27 posti a disposizione)
In tutti i casi i passeggeri che viaggiano da soli (in camera singola) hanno sempre il posto finestrino garantito con un posto lasciato vuoto accanto.
In qualche occasione utilizziamo i mezzi pubblici oppure il treno.
SISTEMAZIONI
- Le sistemazioni alberghiere sono di ottimo livello, sono previsti alberghi di categoria 4 stelle a Niseko, Rusutsu e Noboribetsu, di categoria 3 stelle a Kushiro, Akanko Onsen, Utoro, Sapporo ed in ryokan ad Abashiri. I nomi definitivi degli alberghi prenotati verranno comunicati prima della partenza con i documenti di viaggio comprendenti il Foglio Notizie.
- Segnaliamo che la sistemazione in doppia è prevista in camere a due letti separati, le camere matrimoniali sono sconsigliate in quanto più piccole. Generalmente tutte le camere in Giappone sono di dimensioni ridotte.
- Il Ryokan, l’albergo in stile tradizionale giapponese, ha il pavimento (tatami) fatto d’erba secca intrecciata su cui si posa il “futon”, il letto tradizionale. Qualche volta dispongono anche di camere con letti in stile occidentale.
- C’è wifi gratuito in quasi tutti gli alberghi.
- Gli Onsen, i bagni termali giapponesi, hanno acque di origine vulcanica alle quali vengono attribuite proprietà curative, grazie al loro contenuto di minerali (vi si accede senza indumenti – la maggior parte degli Onsen non accettano persone tatuate). Chi lo desidera avrà l’occasione di provare questa piacevole esperienza in varie occasioni nei giorni in cui è prevista la sistemazione in ryokan.
PRANZI E CENE
Per questo itinerario è prevista la mezza pensione (2 pranzi e 10 cene). Il resto dei pasti è libero per consentire una maggiore possibilità di scelta e in funzione dei propri gusti personali (alcuni tipi di allergie o intolleranze alimentari sono difficilmente gestibili in Giappone e non sempre si possono garantire pasti alternativi).
CIBO GIAPPONESE E CIBO DELL’HOKKAIDO
Alcune indicazioni per i pasti liberi.
La cucina giapponese è molto varia, esistono diversi tipi di ristoranti ognuno con una propria specialità e di differente fascia di prezzo.
È importante sapere che ogni ristorante prepara solo ed esclusivamente la tipologia di piatto in cui è specializzato (ad esempio non si trova carne in una sushiya, non si trova sushi dove fanno soba e udon, ecc.).
Inoltre, nei ristoranti che servono cucina giapponese non si trovano piatti all’occidentale.
- Pranzo: c’è la possibilità di acquistare un bento (lunch-box) nei numerosi negozietti sparsi per le città (circa 1000/1500 yen) oppure di consumare il pasto nei ristoranti locali che servono in genere piatti unici e il cui costo varia a partire da circa 2000 yen a seconda del tipo di ristorante.
- Cena: per avere un assaggio dell’infinito ventaglio gastronomico giapponese basta fare una passeggiata nei pressi di una stazione ferroviaria, della metropolitana, o dei grandi magazzini dove solitamente un intero piano è dedicato al food (seminterrato o l’ultimo piano dell’edificio) con gran quantità di bar e ristoranti che offrono una varietà notevole di piatti tradizionali. Non è necessario saper parlare giapponese perché la maggior parte dei ristoranti espongono in vetrina esempi di silicone o di cera dei piatti che si servono a tavola, con tanto di prezzo completo e garantito; oppure forniscono un menù illustrato con foto a colori (costi medi 2500/3500 yen).
Caratteristiche peculiari della cucina dell’Hokkaido
L’isola di Hokkaido, con le sue peculiarità climatiche e il suo essere “estremo nord”, isolato rispetto al resto dell’arcipelago giapponese, ha sviluppato nel tempo una cucina particolare che si trova solo qui.
L’isola è nota soprattutto per il pesce e i frutti di mare. A cominciare dai grandi snow crab, i cosidetti “Granchi delle Nevi”, che hanno zampe lunghissime, si mangiano bolliti e accompagnati da salse agrodolci. Ci sono poi le capesante, i ricci di mare, il salmone, le aringhe, l’halibut, il merluzzo, i calamari, i polpi, le alghe.
Le bancarelle dei mercati, soprattutto a Sapporo e a Kushiro, offrono a pranzo pesce freschissimo da mangiare sul posto con riso bollito, a ottimi prezzi.
I ristoranti propongono la versione più elaborata della proposta del mercato, cioè il donburimeshi, grande ciotola di riso ricoperta di ricci di mare, uova di salmone, capesante, gamberi o granchi.
Un altro piatto tradizionale è l’ ishikari-nabe, pezzi di salmone cotti in umido con verdure, tofu e spaghetti di konjak (una radice asiatica ricca di fibre e poco calorica) in un brodo di alghe laminarie. Il tutto accompagnato da patate e cavoli di produzione locale.
Ma in Hokkaido non si mangia solo pesce: l’allevamento ovino, infatti, offre succulenti risultati.
Come lo jingisukan, piatto che deriva da Gengis Khan: l’imperatore mongolo presta il suo nome a questa specialità che si può gustare alla birreria Sapporo nell’omonima città. E’ un piatto da condividere con gli amici, a base di carne di montone, verdure alla griglia e salse. Sembra che il nome derivi dal fatto che la padella di cottura assomiglia a un elmo da battaglia mongolo.
Si mangia pure un’ottima zuppa di curry, la cui peculiarità sta nell’essere piuttosto liquida e di sapore deciso e leggermente piccante, perfetta nelle fredde giornate invernali.
Anche l’allevamento bovino in Hokkaido ha caratteristiche uniche. Mentre nel resto del Giappone i bovini sono allevati soprattutto da carne (il pregiatissimo manzo wuagyu), in Hokkaido l’allevamento al pascolo sui prati verdissimi dell’estate, a temperature alpine, è prevalentemente di vacche da latte.
Ciò rende l’Hokkaido l’unica regione giapponese con una produzione interna di burro e formaggi, che altrove in Giappone sono visti come una rarità gastronomica. E per questo motivo a Sapporo (ma non solo) i ristoranti specializzati in ramen – la tradizionale zuppa giapponese di carne o pesce, uova e verdure - offrono un ramen diverso dal resto del Giappone, perché nel brodo galleggia….una generosa porzione di burro. Una versione del ramen che si trova solo qui.
Nell’isola la notevole escursione climatica fra estate e inverno fa sì che la coltivazione della frutta sia molto fiorente: mele, pesche, albicocche, meloni, zucche di proporzioni gigantesche, che nel resto del Sol Levante sono invece molto più rari e quindi più cari.
Tempo fa ha fatto scalpore la coppia di meloni Yubari King pagata in un’asta la strabiliante cifra di 22.500 euro. Sono coltivati solamente nelle serre della cittadina di Yubari, in Hokkaido, e il procedimento per ottenere questi frutti è maniacale. Vengono infatti controllati uno per uno, lavati e tenuti sospesi in modo che l’aspetto e il colore della buccia rimangano uniformi. Vengono poi protetti dal sole con una sorta di cappello, e in questo modo acquisiscono un gusto più dolce. Quelli che ottengono l’apposizione del marchio da parte della cooperativa dei produttori di Yubari hanno una forma perfettamente sferica e una buccia straordinariamente liscia. Infine, il peduncolo viene reciso con una forma a “T”.
In conclusione: in Hokkaido troverete una cucina molto varia, piacevole e adatta a tutti i gusti!
Alcune tipologie di ristorante e relativi piatti proposti
- Shokudo: ristorante popolare che serve una cucina variata; solitamente propone piatti economici o menu a prezzo fisso, con la riproduzione dei piatti esposti in vetrina in silicone.
- Izakaya: locale che può essere paragonato a una birreria o a una taverna, dove principalmente si beve, ma si servono anche dei cibi. Deriva da “saka-ya”, locale che serve il sake. Sono spartani e generalmente un po’ in penombra; parecchi hanno all’ingresso una copertura di tela che fa da tenda, tavolini di legno e banchi posizionati intorno alla zona cucina a vista. Pochi hanno il menù in inglese e sovente il personale parla soltanto il giapponese o un inglese elementare. Generalmente preparano pesce crudo o in tempura (fritto), oppure noodle (spaghetti di grano); i piattini sono sfiziosi ma per un pranzo completo è necessario consumarne 2 o 3. Ogni piattino costa da 500 a 1500 yen, ad essi si aggiunge una birra media 500/700 yen o un sakè (si beve caldo o freddo e ne servono una bottiglietta corrispondente ad un bicchiere abbondante per 700/900 yen). Sono frequentati da giovani giapponesi e uomini d’affari che vengono a bere dopo la lunga e faticosa giornata di lavoro, ancora in giacca e cravatta e con la ventiquattrore sotto il tavolo.
- Yakitori-ya: ristoranti che servono gli yakitori (spiedini di pollo, fatti con tutte le parti dell’animale e verdure). In genere sono locali piccoli e i giapponesi mangiano gli yakitori per accompagnare il sake o la birra. Il prezzo è abbastanza economico.
- Sushiya e Kaiten-zushi: ristoranti specializzati in sushi e sashimi; ai kaiten-zushi ci si siede direttamente al bancone e ci si serve dal nastro trasportatore. Sono generalmente meno cari dei Sushiya che, se di alto livello, sono abbastanza costosi.
I principali piatti giapponesi
- Yakisoba/Yakiudon: i primi sono spaghetti di grano saraceno in brodo o saltati sulla piastra o nel wok, insaporiti con verdure, carne, pesce e salse. I secondi sono spaghettoni di farina di grano tenero freschi, cucinati in brodo o saltati alla piastra.
- Gyoza: sono dei ravioli di pasta al cui interno ci sono carne, pesce e verdure. Possono essere cotti al vapore oppure alla griglia. Vengono accompagnati da salsa di soia e aceto di riso nel quale intingerli.
- Ramen: è un tipico piatto giapponese (ma di origini cinesi) a base di tagliatelle di frumento cinesi servite in una grande ciotola con brodo di carne e/o pesce, spesso insaporito con salsa di soia o miso e con guarnizioni come maiale affettato, alghe secche, kamaboko (surimi di pesce tagliato in rondelle), cipolla, porri verdi e a volte mais e uova sode.
Ogni località del Giappone ha la propria variante di ramen, che può essere di carne, di pesce o vegetariano. Fino agli anni ‘50 del secolo scorso i ramen erano chiamati shina soba (soba cinese), ma oggi è più comune il termine chuka soba (farina di grano saraceno) o ramen, poichè la parola shina (che significa Cina) è considerata da molti offensiva.
Dagli anni ‘80, il ramen è diventato un’icona culturale giapponese, diffusa in tutto il mondo.
- Tempura: Fritto di verdure, di pesce, di carne, in una leggera pastella croccante. Termine derivato dai missionari cristiani in Giappone del XVI secolo, che si astenevano dalla carne in alcuni giorni della settimana mangiando solo verdure e pesce fritti. Tempura è una storpiatura giapponese dei “tempora” di magro. Nei ristoranti specializzati in tempura si trovano anche gli tsukemono (verdure in salamoia).
- Zuppa di miso: pasta di soia gialla fermentata con il Koji (fungo della specie Aspergillus oryzaeda) sciolta di brodo dashi (di alghe e fiocchi di pesce essicato).
- Teishoku: alternanza di pietanze tradizionali servite in piccole quantità, che privilegiano materia prima, varietà e armonia dei sapori, offrendo l’opportunità di sperimentare tante specialità diverse, bilanciate sotto il profilo nutrizionale e semplici per cottura e presentazione.
- Okonomiyaki: viene cucinato su una piastra, chiamata teppan, ed è una sorta di frittata a base di farina, acqua e uova, condita con vari ingredienti a scelta del cliente, per esempio verdure e carne, calamari oppure misto pesce, ecc. Il cliente può cucinare da sé l’okonomiyaki o aggiungere solo qualche ingrediente, in modo da essere coinvolto anche nella preparazione. Infatti, okonomiyaki significa okonomy=cio che vuoi e yaki=alla griglia. È famoso quello di Hiroshima, dove esistono centinaia di ristoranti dedicati a questo piatto.
- Takoyaki: sono polpette fritte di forma sferica tipiche della cucina di Osaka. Quando sono pronte, vengono guarnite con salsa Otafuku (tipo Worcester, ma dolce), alga aonori tritata, maionese e katatsuobushi (fiocchi di tonnetto). L'ingrediente principale è il polpo, ma anche il granchio, lo zenzero e/o cipolla verde. Sono considerati solitamente uno spuntino da mangiare velocemente e venduti in appositi banchetti, tra i quali solo alcuni sono forniti di tavoli e sedie. Si mangiano appena cotti quando sono ancora bollenti. Sono famosi in tutto il Giappone ma sono particolarmente diffusi nella regione del Kansai.
- Sukiyaki e shabu shabu: preparati in ristoranti dedicati, possono essere cotti direttamente dai clienti al proprio tavolo. Il sukiyaki consiste in sottili fette di manzo accompagnate da varie verdure e tofu. Gli ingredienti vengono bagnati in uovo sbattuto e saltati nel wok, per essere gustati subito dopo. Lo shabu shabu (letteralmente sciacqua, sciacqua) si distingue dal sukiyaki perché la cottura rapida della carne e delle verdure viene fatta direttamente dal commensale in un brodo chiamato shoyu, fatto di alghe, sake e zucchero. Gli ingredienti si intingono in salsa ponzu (sake dolce, alga, aceto di riso, fiocchi di tonnetto) prima di essere mangiati. Questi ristoranti si riconoscono solitamente dall’immagine di una mucca nell’insegna. I ristoranti di carne sono tra i più costosi (soprattutto se si mangia manzo wagyu).
- Yakiniku: è un metodo di cottura della carne e delle verdure. Consiste in un fuoco di brace con una griglia sopra. Solitamente nei ristoranti il cliente si cucina in autonomia i propri ingredienti.
- Yakitori: spiedini di carne, solitamente di pollo.
- Sushi: ormai ben noti anche da noi, sono una vasta gamma di bocconcini di riso glutinoso (cotto con aceto di riso, sale e zucchero) combinati con uno fra vari tipi di pesci, alghe, uova o verdure.
- Sashimi: fettine sottili di pesce crudo freschissimo, con salsa a parte. A volte si può trovare anche sashimi di molluschi o di carne.
- Kaiseki: È l'espressione più elevata della cucina giapponese, tradizionalmente utilizzata a corte e al termine della cerimonia del tè. Storicamente era l'alta cucina tradizionale di Kyoto, diffusa ormai in tutto il Giappone. Costituita da numerose portate, è in tutto e per tutto un pasto completo anche dal punto di vista della presentazione del piatto Sia gli ingredienti che i loro contenitori cambiano a seconda del periodo dell’anno accordandosi col ritmo della natura nei colori e nei sapori. Sovente anche i contenitori in ceramica riprendono soggetti naturali.
Gli ingredienti oltre a seguire la stagionalità, seguono anche un’alternanza di carne, pesce, verdure, carboidrati in modo da comporre un menù dieteticamente bilanciato e salutare; lo stesso dicasi per le cotture, spesso presenti in toto (fritto, vapore, griglia, stufato, crudo); le temperature, dal bollente al freddo; le consistenze, dal liquido, al morbido al croccante; i gusti, dall’acido, al dolce, all’umami. Tutto ciò rende la cena Kaiseki non solo una grande e storica espressione artistica trasposta in gastronomia, ma anche una cucina sorprendentemente moderna perché basata su principi oggi ripresi da tutti i più grandi chef del mondo.
MANCE
Consigliamo di prevedere circa 80 euro di mance a persona per autisti, guide, personale di servizio, da consegnare all’accompagnatore in corso di viaggio. L’accompagnatore provvederà a distribuirli secondo gli usi locali, tenendo opportunamente informati i partecipanti. L’importo delle mance è indicativo e può variare in base al numero complessivo dei partecipanti al viaggio e in base al livello di soddisfazione per il servizio ricevuto.
BREVE CENNO AL CLIMA
Il clima in Hokkaido a febbraio è secco ma piuttosto freddo e nevoso a causa delle correnti provenienti dalla Siberia. Le temperature possono scendere anche sotto lo zero. Questo viaggio però si svolge nel periodo migliore per la stagione sciistica, inoltre è l’occasione per ammirare i templi innevati e le meravigliose sculture e architetture di ghiaccio durante il festival della neve.
L’IMPEGNO PER UN TURISMO SOSTENIBILE
Promuoviamo lo sviluppo di una coscienza sostenibile da sempre. Da molto prima che la parola sostenibilità diventasse tendenza. Favorire un turismo che non consuma, sfiora e valorizza ciò che incontra. Visitare i luoghi cercando di lasciare tracce minime del proprio passaggio sono tra i primi punti della nostra “Carta Etica del Viaggio e del Viaggiatore”, documento redatto nel 2006 e consegnato a tutti i viaggiatori prima della partenza, in cui si riassumono principi, buone regole e attenzioni che possono contribuire a salvaguardare il pianeta e i popoli che lo abitano. Ad esempio, i comportamenti da adottare con la plastica: la battaglia del momento, una lotta che ci è particolarmente cara, come dimostra anche il kit da viaggio sostenibile che regaliamo alla partenza per sensibilizzare, e che comprende:
- una borraccia da portare con sé, per scoraggiare l’uso delle bottigliette d’acqua di plastica
- buste portadocumenti realizzate in carta Ecophilosopy, senza utilizzo di colla, e stampate con inchiostri ad acqua. Interamente riciclabili