Durante il terremoto del 2015, i centri architettonici della valle di Kathmandu ebbero numerosi danni strutturali. Proprio perché il mondo riconosce in questo piccolo Paese himalayano un patrimonio artistico e culturale importante, diversi Stati (Germania, Giappone, Cina …) sono volontariamente intervenuti con finanziamenti, mezzi e progetti di restauro, per ripristinare le strutture danneggiate. Oggi i monumenti sono quasi interamente ricomposti e gli stranieri sono ritornati a farsi avvolgere da quelle atmosfere un po’ magiche che solo il Nepal sa creare. La valle di Kathmandu è una culla con un’ampiezza di circa trenta chilometri. L’intera popolazione si aggira intorno al milione e mezzo di abitanti. Bhaktapur, Patan e Kathmandu stessa, sono i tre poli architettonicamente più importanti della valle. Il carattere “cittadino” di Kathmandu non è per nulla rappresentativo della realtà sociale e culturale del Paese, il Nepal è infatti immerso in una realtà rimasta autenticamente contadina con un’economia piuttosto povera ed elementare ed un tratto culturale ancora molto lontano dalla modernità. Dall’inizio della sua fama, intorno agli anni Settanta, una fama legata anche allo stile degli hyppies che la frequentavano, Kathmandu è molto cambiata, si è modernizzata: quel fascino particolare, di città aperta, di città tollerante e pacifica, di città così isolata dal resto del mondo eppure così straordinariamente cosmopolita e accogliente, è comunque il suo aspetto di sempre, la sua capacità di far sognare e di farsi amare. Visiteremo la collina con lo Stupa di Swayambunath, luogo sacro buddista dall’atmosfera magica e tipicamente orientale. Questo monumento è considerato l’ombelico della valle, il suo nome deriva dalla lingua sanscrita e significa “l’autogenerato”. L’origine di questa forma religiosa va cercata nella leggenda antica, quando la conca di Kathmandu era il bacino di un lago e al centro di esso brillava una fiammella misteriosa. Appena le acque defluirono, là dove brillava la fiammella, si autogenerò il corpo di questa forma religiosa buddista.Una volta terminata la visita si discende dalla collina verso il centro antico della città: Durbar Square, ovvero la “Piazza del Palazzo”. Su questa piazza monumentale si affaccia l’antica residenza reale, i vari templi induisti e la casa della “Kumari”, la bambina che rappresenta una divinità vivente: la rincarnazione della dea Khali. A breve distanza dal centro architettonico si trova la famosa “freak street”, la “via-quartiere” dove negli anni ’70 si era concentrata la comunità straniera di quegli hyppies che avevano scelto di soggiornare in India o in Nepal. Continueremo le visite del pomeriggio con il trasferimento al centro storico di Patan. Patan. Anticamente conosciuta col nome di Lalitpur, ovvero “Città della bellezza”, Patan ripropone i motivi architettonici del mattone, del legno e della pietra. Il palazzo reale e i suoi templi dalle linee stilistiche diverse esibiscono nel dettaglio dell’intarsio o nelle sculture, la grande raffinatezza artistica raggiunta dagli artigiani newaresi (cioè della valle di Kathmandu) nel periodo medievale.Al termine della visita si parte verso il luogo di Pashupatinath. Pashupatinath è il luogo sacro delle cremazioni e sito dove sorge uno dei templi più importanti, tra quelli dedicati al dio Shiva, di tutto il territorio indù. I riti funebri lungo il fiume, le preghiere che si elevano dal tempio, i Sadhu che si aggirano tra i tempietti di pietra e le bancarelle degli ornamenti sacri sono i diversi artefici che animano questo particolare ambiente in un modo indimenticabile.Al termine si continua verso l’ultimo sito di questa giornata, il centro sacro di Boudhnath. Stupa di Boudhnath. Negli anni della diaspora tibetana, gli esuli in fuga dall’occupazione cinese si insediarono intorno a quest’antico monumento buddista dando vita al nucleo tibetano più vivace della valle di Kathmandu. I tibetani rimasti così fedeli alla loro atavica abitudine religiosa pregano quotidianamente, sul finire della giornata, girando instancabilmente il loro mulino di preghiere e prostrandosi nella tradizionale circumambulazione del monumento sacro. Calano pian piano le luci del giorno sui lumini tremolanti accesi dai fedeli ai piedi del grande stupa bianco; l’atmosfera delle luci e il senso di pace di Boudhnath sono una delle sensazioni indelebili di questo viaggio. Pasti liberi.