• NELLA TERRA DEGLI INFEDELI IN OCCASIONE DEI FESTIVAL KALASH

    PAKISTAN

  • NELLA TERRA DEGLI INFEDELI IN OCCASIONE DEI FESTIVAL KALASH

    PAKISTAN

    Viaggi con Esperto

    Durata 11 GIORNI
    Partecipanti MINIMO 8 MASSIMO 12  PARTECIPANTI
    Partenze

      2023

    • Dal 11  maggio  al 21  maggio  
    • Dal 17  agosto  al 27  agosto  

    A PARTIRE DA:  

    3.250€

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    Pakistan

    NELLA TERRA DEGLI INFEDELI IN OCCASIONE DEI FESTIVAL KALASH

    Un nuovo, appassionato viaggio nel nord del Pakistan, tra l’ombra dell’Hindu Kush e l’ombra del mistero. Altitudini vertiginose, valli profonde. Fiumi impetuosi e mulattiere che risalgono verso villaggi sperduti. Come il vento che vi si insinua, scendendo dai ghiacci eterni, tra queste terre selvagge e inospitali molti sono passati nel corso di una storia millenaria. Merci preziose, idee rivoluzionare, nuove religioni, eserciti in armi. Oriente e Occidente, ciclicamente più vicini o più distanti, nel loro gioco di reciproca contaminazione, hanno percorso anche questi luoghi dimenticati, eppure così unici. Alessandro il Grande, conquistando l’ultima satrapia persiana indipendente, il Regno di Gandhâra, nel 326 cinse con un memorabile assedio la rocca di Aorno, nell’odierna valle dello Swat. Più di duemila anni dopo, nel corso dei quali le propaggini sfilacciate della “Via della Seta” hanno continuato a irrorare queste terre, scalando il Roghil Pass o scendendo lungo la Karakorum, fu un altro assedio, al forte di Chitral, a finire sulle cronache della fine del XIX secolo, quando gli inglesi scrissero una delle pagine più brillanti della loro storia militare. Erano gli anni del “Grande Gioco” con l’Impero Russo per la supremazia dell’Asia Centrale. Molti sono passati, pochi sono rimasti. E chi lo ha fatto ha resistito al passaggio dei popoli e a quello del tempo. Sono gli “infedeli”, e questo viaggio vi porterà nella loro terra. La popolazione Kalash, che abita sostanzialmente tre vallate dell’Hindu Kush, quelle di Birir, Rumbur e Bumburet, si sono guadagnati l’appellativo dispregiativo di kefiri, infedeli appunto, avendo come unica colpa essere paradossalmente rimasti fedeli a se stessi. La loro storia è un piccolo unicum etnografico: religione, lingua, cultura completamente diversa da ogni popolo circostante. La carnagione chiara, la fisionomia europea, la religione animista e politeista, hanno alimentato ipotesi che sconfinano nella leggenda: i discendenti delle truppe macedoni, sbandate o semplicemente avendo scelto di fermarsi, dopo lunghe ed estenuanti campagne al seguito del loro condottiero. Persino il premio Nobel Rudyard Kipling, nel suo romanzo L’uomo che volle farsi re, lo sostiene. Le numerose indagini del DNA, sebbene sembrino confutare questa ipotesi, non hanno ancora chiarito con certezza la loro storia, ma la nostra curiosità ci porterà dai Kalash in occasione delle loro feste propiziatorie più importanti: il Chilam Joshi Festival a maggio e l’Uchal Festival ad agosto. Assisteremo alle loro danze, alle musiche, ammirando i loro vestiti colorati e le tradizioni che si rinnovano da centinaia di anni. Ma il viaggio non inizia, e non termina qui. Saremo ad Islamabad, la moderna capitale pakistana. A Taxila, patrimonio Unesco, e raffinata sintesi dell’arte ghandara. A Takht-i Bahi, altro sito Unesco, testimone silenzioso del buddhismo. E infine a Peshawar, capitale della provincia di Khyber Pakhtunkhwa, con il bazar e il suo ricco museo. Il viaggio nella “terra degli infedeli” non è semplice, e occorrerà armarsi di un buono spirito di adattamento per soddisfare la nostra curiosità. La ricompensa non ci porterà molte risposte, ma forse è meglio così: essere solamente testimoni del nostro tempo e del mistero che, da centinaia di anni, continua ad aleggiare tra le impervie, selvagge e bellissime vallate dell’Hindu Kush.

    Ascolta ora la puntata di "Frammenti di Viaggio", il podcast di Kel 12, dedicata al Pakistan.

    ITINERARIO

    Nel primo pomeriggio partenza dall’Italia con volo di linea via scalo internazionale per il Pakistan. Pernottamento in volo e arrivo in nottata del giorno successivo. 
    Arrivo a Islamabad e, dopo il disbrigo delle pratiche doganali, incontro con il nostro referente locale e trasferimento privato in hotel per qualche ora di riposo. Ci si ritrova in tarda mattinata per un brunch prima di partire per Taxila, patrimonio Unesco e uno dei siti archeologici più importanti del Pakistan, sintesi tra arte ellenistica e buddhista. Dario I di Persia annesse Taxila all'impero achemenide nel 518 a.C., Alessandro il Grande la conquistò nel 326 a.C., lasciandovi una guarnigione di macedoni che perdettero la città pochi anni dopo, nel 317 a.C., a beneficio di Chandragupta Maurya, che conquistò tutto il Punjab, e dei suoi successori tra i quali il nipote Ashoka, che la trasformò in un fiorente centro di studio buddhista. Il sito fu in continua espansione tra il V e il I secolo a.C. diventando, con Peshawar, uno dei due principali centri del Regno di Gandhara. Il regno buddhista, che artisticamente subì l’influsso dell’arte greca, romana e persiana, durò fino all’XI secolo, quando entrò in orbita musulmana. Posto nel punto di congiunzione di tre importanti rotte commerciali, svolse anche un ruolo economico e militare molto importante. Nella zona furono fondati diversi centri abitati. Visitiamo il museo che raccoglie una ricca collezione di arte Gandhara. Sono inoltre esposti oggetti che raccontano la vita degli abitanti dell'antica Taxila, utensili, monete, pesi, gioielli e monili, giocattoli. Fra i vari reperti, un ombrello di pietra che svettava un tempo sopra uno stupa, e statue che ci illustrano quale fosse l'abbigliamento degli abitanti.Al termine della visita, rientro a Islamabad per un rapido giro della città, così moderna e diversa dalle altre. Situata ai piedi delle Margara Hills, è stata progettata dall’architetto greco Doxiadis e costruita a cavallo degli anni ’60. Suddivisa in otto zone amministrative con funzioni diverse ben precise, è ricca di parchi pubblici e foreste urbane. Lo Shakar Padia, un moderno monumento a forma di loto, è forse l’architettura più significativa e originale.Rientro in hotel, cena e pernottamento.
    Prima colazione in hotel e, prima di iniziare il nostro viaggio verso le montagne, visitiamo la famosa moschea di Faisal, risalente, come tutta la città, agli anni ’60 del Novecento. Progettata dall’architetto turco Vedat Dalokay, è una delle più grandi al mondo ed è caratterizzata da una forma che ricorda quella di una tenda dei beduini arabi, venendo meno alla tradizionale cupola. I suoi quattro minareti misurano 80 metri di altezza. Al termine della visita  partenza alla volta della Valle dello Swat. Precedentemente nota come Udyana, giardino, è attraversata dall’omonimo fiume ed è circondata da montagne, laghi e praterie, rinomata soprattutto per gli alberi da frutto. Da qui passò Alessandro Magno occupando l’ultima satrapia dell’antica Persia, il regno di Ghandara; alleandosi con Tassile, allora sovrano di Taxila, iniziò poi l’ultima delle sue campagne, avanzando in Punjub. La valle è ricchissima di testimonianze archeologiche, tra cui il Ghaligai Buddah, scolpito nella roccia che si affaccia sullo Swat River, seriamente danneggiato dai talebani nel 2007 e oggi perfettamente restaurato da una missione a guida italiana; il sito di Butkara, un’area sacra buddhista nei sobborghi di Mingora, i cui ritrovamenti più antichi risalgono al III secolo a.C.. Gli scavi, avvenuti tra il 1956 e il 1962, anche in questo caso, furono effettuati da una missione italiana e oggi possiamo trovare alcuni ritrovamenti presso il Museo d’Arte Orientale di Torino. Il sito è dominato dal Grande Stupa a pianta circolare, circondato da altri edifici di dimensioni minori. Visiteremo poi il Museo dello Swat che, oltre all’arte buddhista, ospita anche ritrovamenti antecedenti. Sistemazione in hotel. Pranzo in ristorante locale, cena e pernottamento in hotel.   
    Prima colazione in hotel e partenza per la valle di Chitral attraverso spettacolari paesaggi montani. Arriviamo a Dir, a 1420 metri sul livello del mare, ultimo paese prima del Lowari Pass, che eviteremo passando dal nuovo tunnel che si snoda sotto la montagna (3.118 metri) per oltre 10 km. La giornata sarà lunga ma emozionante, per soli 250 km ci impiegheremo dalle 7 alle 8 ore, ovviamente con numerose soste; non un trasferimento, ma un percorso che si snoda tra alcuni dei più belli scorci del Pakistan. Tra tornanti e panorami mozzafiato eccoci poi nell’isolata valle di Chitral. Ci troviamo ai piedi del Tirich Mir, che con i suoi 7708 m è la vetta più alta dell’Hindu Kush. Siamo a pochi chilometri, in linea d’aria, dall’Afghanistan, delimitato dalla cosiddetta Linea Durand, ovvero quella delimitazione di influenza politica che, nel 1893, il segretario degli esteri del Raj Britannico (per l’appunto, Sir Mortimer Durant) stipulò con l’emiro afghano Abdur Rahman Khan; nonostante diverse vicissitudini, il confine è sempre rimasto effettivo, sebbene, soprattutto negli anni della lotta al terrorismo, rimanga abbastanza poroso. La valle, costellata da campi terrazzati di grano e mais e da numerosi frutteti, è considerata una delle aree linguisticamente più variegate al mondo: sembra infatti che vengano usate almeno 12 lingue orali diverse, dal Khowar al pashtu, dal kirghiso al wakhi fino ovviamente all’urdu, la lingua nazionale del Pakistan. Pranzo in corso di viaggio. Sistemazione in hotel nel villaggio di Ayun, una quindicina di chilometri prima di Chitral, il villaggio principale. Cena e pernottamento in hotel.  NB: il pernottamento potrebbe essere spostato a Chitral per motivi operativi in una struttura di pari categoria.  
    Eccoci nel cuore del viaggio, dove passeremo due giorni all’ombra dell’Hindu Kush, tra villaggi remoti, antiche tradizioni e le pieghe più inaspettate della Storia. Nelle tre valli periferiche di Birir, Rumbur e Bumburet, si trova infatti una popolazione etnograficamente tra le più interessanti al mondo: i Kalash. Noti altrimenti come kafiri, ovvero infedeli. La loro storia è un piccolo unicum etnografico: religione, lingua, cultura completamente diversa. Per non parlare dei numerosi studi genetici che si sono susseguiti nel tentativo di dare un volto al loro passato. Sebbene dai ritrovamenti archeologici e gli studi di carattere antropologici non si sia ancora arrivati ad una spiegazione univoca, da recenti analisi del dna è stata accertata la parentela genetica con gli europei. Incontreremo effettivamente numerose persone dalla carnagione e dagli occhi chiari, profondamente diverse dalle altre popolazioni pakistane. Tanto che alcune ipotesi, che sconfinano poi nella leggenda, fanno risalire l’origine dei Kalash alle truppe macedoni al seguito di Alessandro Magno, probabilmente sbandate o essendosi fermate in seguito al regalo delle terre come riconoscimento per le numerose battaglie affrontate. La religione dei Kalash è forse l’aspetto che, al di là della genetica, più li caratterizza: conservano ancora un credo di tipo pagano, politeista, in cui trovano posto un dio creatore, Khodai, e una serie di divinità minori a cui rivolgersi per la protezione della casa, per la fertilità della terra, per la guerra. Proprio per questo aspetto sono conosciuti anche come kafiri, in termini dispregiativi, e nel vicino Afghanistan, dove anche sono presenti, sono stati forzatamente convertiti in massa nel 1895 da Abdur Rahman Khan, lo stesso emiro che delineò i confini della linea Durand. È così che, oltreconfine, il Kafiristan fu rinominato in Nuristan, terra di luce, dove per Nur si intende quella della religione islamica portata tra quelle valli sperdute. Mentre oggi in Afghanistan, pur mantenendo vive alcune tradizioni, si è persa completamente l’antica religione, nelle tre valli kafire del Pakistan tutto rimane inalterato. Ma cosa ha tenuto, per centinaia di anni, i Kalash uniti, ancorati alle loro tradizioni e ostinatamente diversi in un mondo così aspro e difficile? Oggi la popolazione Kalash ammonta a circa 3.000 individui, che ne sarà di loro tra venti o trent’anni? Sono interrogativi ai quali nemmeno in loco si possono trovare risposte certe. La cosa che forse più conta, non solo come viaggiatori ma come cittadini del mondo e del tempo in cui viviamo, è esserne testimoni consapevoli. Tra le usanze ancora vive, ci sono dei momenti dell’anno particolarmente rilevanti, nel corso dei quali abbiamo programmato i nostri viaggi tra i Kalash: il Chilam Joshi Festival a maggio e l’Uchal Festival ad agosto. Pranzeremo nei villaggi e ceneremo e dormiremo in semplici hotel, a gestione famigliare, dotati di servizi essenziali e spartani e per i quali è richiesto un giusto spirito di adattamento. Le camera singole non sono disponibili durante le date dei festival, pertanto può essere necessaria la condivisione. NB: il pernottamento per ragioni operative può essere spostato a Chitral, in una struttura di categoria superiore. Chilam Joshi Festival: uno degli eventi dell’anno più amati dai Kalash, dura quattro giorni e solitamente comincia il 13 di maggio. È una sorta di festival di primavera, in cui si prega per i raccolti, per gli animali e per la stagione estiva che sta per arrivare, con processioni, danze, musica tradizionale in tutti i villaggi. Uchal Festival: celebrato in agosto per festeggiare il raccolto del grano e dell’orzo. Anche in questo caso vengono coinvolti tutti i villaggi in una festa itinerante e comunitaria, tra danze e musiche in cui vengono usati abiti da cerimonia. 
    Prima colazione e strada di rientro in direzione di Chitral che raggiungeremo a metà giornata. Qui visiteremo il bazar tradizionale, la moschea  Shahi, costruita nel 1924 nei pressi del fiume Chitral e il forte adiacente (N.B. Il forte è attualmente in restauro e di conseguenza potrebbe essere non visitabile). Costruito nel 1774, arrivò alla ribalta internazionale nel 1895, quando le truppe inglesi, rimanendo coinvolte nei conflitti per la successione al trono dello stato di Chitral, furono strette d’assedio da uno dei pretendenti. Il forte era allora sotto il comando  di Charles Townshend, un giovane ufficiale che sarebbe poi diventato decorato generale e membro del parlamento britannico. A sua disposizione c’erano 343 uomini in armi, più altre 200 non in grado di combattere. Il 15 marzo Sher Afzal arrivò in città con le sue truppe e assaltò il forte, che fu strenuamente difeso fino all’arrivo dei rinforzi provenienti da Peshawar. L’evento fu celebrato dalla stampa dell’epoca e dalle autorità britanniche: l’aver mantenuto la posizione non fu che un piccolo episodio all’interno del “Grande Gioco”. Nella primavera del 1898, infatti, il capitano Ralph Cobbol, mentre era in "permesso di caccia" nel Pamir, venne a sapere che i russi avevano pianificato di occupare Chitral se gli inglesi l'avessero abbandonata. Tutto il XIX secolo vide inglesi e russi contrapposti nello scacchiere centro-asiatico, in cui attività diplomatiche, azioni dei servizi segreti e scontri militari coinvolsero tutta la macro area per ottenerne l’egemonia. Fu solo nel 1907 che il “Grande Gioco”, o “Torneo delle ombre” nella versione russa, trovò fine quando, a San Pietroburgo, fu sancita la Triplice Intesa.Pranzo in ristorante locale, cena e pernottamento in hotel a Chitral.
    Prima colazione e partenza per la Swat Valley. Percorreremo a ritroso la via di andata, attraverso il Lowari Tunnel, fermandoci nei posti più panoramici e per fare qualche breve passeggiata e visita in luoghi dove non ci eravamo precedentemente fermati. Pranzo lungo la vita. All’arrivo, sistemazione in hotel. Cena e pernottamento. 
     Dopo la prima colazione, partenza verso sud. Torniamo in un altro sito importantissimo per l’arte Ganhara, Takht-i Bahi. Diventato Patrimonio Unesco nel 1980, si tratta di un importante monastero buddhista eretto nel I secolo d.C. in cima ad un monte e nei pressi di un fiume; da qui, la derivazione del suo nome: Takht significa "trono" mentre bahi significa "acqua" o "fonte" in lingua persiana. Il sito si trova sulle fondamenta di un precedente centro di culto zoroastriano. Pranzo lungo la via e, al termine della visita, proseguimento per Peshawar. Arrivo e sistemazione in hotel. Cena e pernottamento.
    Prima colazione in hotel e visita di Peshawar. Capitale della provincia di Khyber Pakhtunkhwa, fino al 2010 nota come Provincia della Frontiera del Nord-Ovest (NWFP), presso il confine con l’Afghanistan e al centro di diverse aree tribali, al momento è sotto il fermo controllo del governo centrale. Importante snodo lungo la Via della Seta, fondata dai Kushana intorno al I secolo, Peshawar ebbe uno dei suoi periodi di splendore durante il primo periodo Moghul. Passata sotto il governo sikh, fu sempre una città difficile, in lotta contro le autorità, che nel XIX secolo divennero britanniche. La nostra visita include la moschea di Mahabat khan, il bazar e il museo, che raccoglie una delle collezioni più importanti di arte gandhara assieme alla sezione etnologica.Pranzo in ristorante locale. Riprendiamo quindi la strada di ritorno a Islamabad, sistemazione in hotel. Cena e pernottamento.
    Sveglia in tempo utile per il trasferimento privato in aeroporto. Partenza con volo di linea via scalo internazionale e arrivo in Italia nel primo pomeriggio. La moschea Shahi La valle di ChitralGruppo di donne durante il Joshi FestivalDettaglio scultoreo di Taxila 

    Perché con noi

    • Siamo tra i pochi Tour Operator a proporre viaggi in Pakistan e i nostri esperti della destinazione fanno la differenza
    • I nostri viaggi coincidono sempre con i festival dei Kalash: il Chilam Joshi a maggio e l'Uchal in agosto
    • Attraversiamo luoghi remoti, sulle orme di Alessandro Magno e scenario del "Grande Gioco", alla scoperta della "terra degli infedeli"

    I nostri esperti

    ANGELICA PASTORELLA

    Dal 11  maggio  2023 al 21  maggio  2023

    PAOLA POGGIALI

    Dal 17  agosto  2023 al 27  agosto  2023

    Approfondimenti di viaggio

    IMPORTANTE – LEGGERE CON ATTENZIONE Il viaggio non presenta difficoltà particolari, tuttavia è consigliato a viaggiatori esperti. Segnaliamo i seguenti punti che prima dell’iscrizione è bene tenere presente: -         Le aree attraversate sono remote e certamente poco battute dalle rotte turistiche, pertanto è richiesto un complessivo spirito di adattamento e uno spirito di viaggio idoneo alla tipologia di tour e al contesto sociale e [...]