• STRADA PER MACONDO E SETTIMANA SANTA A POPAYAN

    COLOMBIA

  • STRADA PER MACONDO E SETTIMANA SANTA A POPAYAN

    COLOMBIA

    Viaggi con Esperto

    Durata 15 GIORNI
    Partecipanti MINIMO 9 MASSIMO 14  PARTECIPANTI
    Partenze

    A PARTIRE DA:  

    4.780€

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    Colombia

    STRADA PER MACONDO E SETTIMANA SANTA A POPAYAN

    Proponiamo un viaggio intenso e vario dentro la Colombia, le sue bellezze storiche, culturali, naturali e archeologiche, ma soprattutto dentro il mosaico multicolore della sua gente. Lo programmiamo a Pasqua per assistere anche alla processione del Venerdì Santo a Popayan. Le celebrazioni della Settimana Santa della città di Popayan sono una delle manifestazioni religiose più antiche di tutta la Colombia e dal 2009 sono inserite nella lista del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Unesco. Un’occasione in più per approfondire il retaggio lasciato dai conquistadores spagnoli. Per arricchire ulteriormente la nostra esperienza di viaggio, abbiamo incluso altri quattro luoghi dichiarati dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità: il Parco Archeologico di San Agustin, Santa Cruz de Mompox, Cartagena de Indias e San Basilio de Palenque (Patrimonio Immateriale).

    ITINERARIO

    Partenza dall’Italia con volo di linea via scalo europeo. Arrivo in serata a Bogotá. Disbrigo delle formalità doganali, incontro con la guida parlante italiano e trasferimento privato in hotel. Cena libera e pernottamento in hotel. 
    Dopo la colazione andiamo alla scoperta di Bogotà. Situata a 2.600 metri sul livello del mare su un vasto altopiano delle Ande, è il centro culturale più importante della Colombia, un luogo ricco di siti da visitare e di attività da svolgere. Quando, nel 1538, gli spagnoli arrivano in quest'altipiano abitato da genti Muisca, ribattezzano il luogo Santa Fe de Bogotà e per tutto il periodo di dominio coloniale la città viene comunemente chiamata solo Santa Fe. Per molto tempo è governata da capitali lontane, nel 1717 diviene essa stessa capitale del Paese, nei secoli successivi cambia aspetto a causa di rivolte, urbanizzazione, terremoti ed epidemie e solo nel 1821, dopo l’indipendenza, acquista la denominazione con cui la conosciamo oggi. La grande trasformazione che la connota come vera capitale economica del Paese si ha alla metà dello scorso secolo, con un processo di industrializzazione che provoca anche consistenti migrazioni interne. L’ultimo mezzo secolo di storia della capitale e dell’intero paese fino alla svolta degli ultimi anni sono segnati dalle vicende storiche legate ai cartelli della cocaina e alla guerriglia.A Bogotà il quartiere storico de La Candelaria ha il cuore nella Plaza Bolívar. Nel mezzo, sta l’omonima statua. Nei dintorni si concentrano i luoghi di maggior interesse della capitale, anche con architetture del XVIII secolo, alcune in ottimo stato di conservazione. Dopo una passeggiata nel quartiere, ci recheremo nel Museo Botero, nella Iglesia de Santa Clara, nel Museo del Oro e saliremo in funivia al Cerro de Monserrate.Il primo, a trecento metri dalla piazza, pur essendo dedicato al redondo artista, offre occasione di osservare pure opere di Mirò, Picasso, Chagall, Monet, Dalì, donazioni dello stesso Botero. Ovviamente, le sale sono piene soprattutto di rotondità del più famoso pittore e scultore colombiano, dalle nature morte ai comandanti guerriglieri. L'Iglesia de Santa Clara è anche museo: la volta a botte con un’unica navata è sorretta da pareti ornate da decine di dipinti, le antichità e i decori risalgono al XVIII secolo. Lasciamo per ultimo il Museo del Oro, considerato il più bello e ricco del Sudamerica. Gli oltre 50.000 oggetti costituiscono l’esauriente testimonianza delle numerose culture precoloniali colombiane. Tra i reperti in oro, che sono ovviamente il motivo principale della visita, segnaliamo i tunjos, statuine d’oro e la famosa balsa muisca, legate al mito dell’El Dorado. La leggenda racconta che i caciques e i sacerdoti muisca si coprivano d’oro, immergendosi poi nelle acque della Laguna di Guatavita, poco lontano da Bogotá. Da qui nacque la frenetica ricerca del il mitico Eldorado, il luogo misterioso dove si nascondeva l’immenso tesoro dei popoli precolombiani. Non mancheremo, inoltre, di andare sul Cerro de Monserrate. La funivia consente di evitare i 1500 scalini che superano un dislivello di circa 600 metri. Sulla sommità si trova la chiesa bianca del Cristo Caduto: la statua e il panorama montano che circonda l’immensa metropoli giustificano la salita. Pranzo in ristorante.Cena libera e pernottamento in hotel 
    Presto al mattino partenza verso le miniere di sale di Zipaquirà, a 50 chilometri a nord della capitale. Qui, da secoli, prima della conquista spagnola e ancor oggi, si estrae sale a circa 200 metri sottoterra. Milioni di tonnellate del prezioso materiale sono state asportate per farne emergere anche una cattedrale a 180 metri sotto il livello del terreno. L’esistenza di tale strana opera si deve all’ampliamento dell’usanza dei minatori di realizzare piccoli altari per propiziare la benedizione divina su attività assai rischiose. Una prima cattedrale era stata costruita all’inizio del XX secolo e poi chiusa perché divenuta pericolante. La seconda è datata anni ’90. È lunga quasi come un campo di calcio e può contenere oltre 8.000 fedeli. È ancora in funzione e vi si accede dopo aver percorso una Via Crucis: il luogo è sacro e spettacolare allo stesso tempo. Pranzo in ristorante. Nel pomeriggio proseguimento per villa de Leyva, sono circa 3 ore e 30 di viaggio, arrivo e walking tour della piccola città coloniale che ha saputo conservare inalterato il suo prezioso centro storico. Si effettuerà una passeggiata tra i vicoli per scoprire i balconi, i patii e le facciate che tanto ricordano un centro andaluso. La spettacolare Plaza Mayor, una delle più ampie dell’America Latina, completa la visita. Sistemazione in hotel e pernottamento.
    Mattina a disposizione per continuare le visite a Villa de Leyva. con il monastero Santo Ecce Homo, ubicato in suggestivo paesaggio di mediterranea memoria. Il chiostro è un tripudio di piante e fiori. Si prosegue con Prosegue “El Infiernito” un antico sito archeologico costruito dalla civiltà Muisca dove si possono osservare diversi menhir e tumuli sepolcrali. Questa area era un centro religioso per la purificazione spirituale, le cerimonie e funzionava anche come osservatorio astronomico. Pranzo in ristorante e partenza per Bogotà. Sulla strada visita di Raquira, cittadina dai colori vivaci, rinomata per l'alta qualità delle sue ceramiche. Arrivo e trasferimento in hotel. Cena libera e pernottamento.
    Prima colazione in hotel e trasferimento privato all’aeroporto di Bogotà. Imbarco sul volo di prima mattina per Neiva. Incontro con il nostro e partenza per San Agustin. Lungo il percorso si susseguono paesaggi molto diversi. Passiamo dai 380 metri sul livello del mare e i 27° di Neiva ai 1730 metri sul livello del mare e i 20° del Massiccio Colombiano, dove si trova San Agustin. Attraversiamo coltivazioni di riso e di cotone nella Valle del Magdalena, osserviamo piantagioni di caffè e di frutta mentre transitiamo nel sud del dipartimento di Huila. Il monumento alla Cacica Gaitana e il mirador de la Represa de Betania sono i luoghi in cui sostiamo durante il tragitto. Prima di raggiungere l’hotel, sosta a una finca cafetera dove avremo la possibilità di conoscere tutte le fasi della coltivazione e della produzione del caffè, principale prodotto d’esportazione della Colombia oltre che uno dei migliori al mondo grazie al clima fresco e all’altitudine. Pranzo in ristorante lungo il percorso.  
    Dopo la prima colazione, entriamo al Parco Archeologico di San Agustín, testimonianza storica di un patrimonio artistico e culturale tra i più importanti del mondo preispanico sudamericano e per questo inserito tra i luoghi Patrimonio Culturale dell’Umanità dal 1995. Nella regione montuosa di San Agustín si succedettero durante i secoli varie culture che lasciarono numerose vestigia archeologiche, tra cui statue, pietre scolpite, sarcofagi monolitici e iscrizioni con rappresentazioni umane, animali e di figure fantastiche. Questa cultura è ancora avvolta nel mistero, si sa che praticavano culti complessi, specialmente funerari e avevano una conoscenza avanzata dell’arte della ceramica. Erano agricoltori, con un’economia basata sulla coltivazione del mais e integrata da tuberi, frutta, caccia e pesca. La maggiore concentrazione di statue si trova nel Parco Archeologico di San Agustín, a tre chilometri dal centro abitato. Il parco, che si percorre a piedi, comprende un piccolo museo con statue, ceramiche e utensili, il Bosco delle Statue, i complessi noti come Tavoliere A, B, C e D e la Fonte dei Lavapiedi. Il Bosco delle Statue è un sentiero dove si possono apprezzare 35 statue di diverse provenienze, dimensioni e stili; alcune sono sculture a carattere funerario, altre sono rappresentazioni di personaggi importanti o divinità. I Tavolieri sono vaste spianate artificiali utilizzate come abitazioni e necropoli, con impressionanti statue di sciamani e guardiani a protezione delle tombe. La Fonte Cerimoniale dei Lavapiedi comprende un complesso labirinto di canali e incavi decorato con rappresentazioni di serpenti, lucertole e salamandre, nonché volti e forme umane, probabilmente un luogo sacro dedicato a cerimonie religiose e bagni rituali. Dopo il pranzo in ristorante, visitiamo il sito archeologico La Chaquira, raggiungibile a bordo di mezzi fuoristrada (i mezzi 4x4 potranno essere occupati da 4 o 6 persone oltre l’autista). La Chaquira è uno degli esempi scultorei più importanti della regione. Il nome deriva da una figura di donna scolpita nella roccia. Si tratta di un sito cerimoniale dove si possono osservare rilievi di volti umani e immagini di animali intagliati nelle rocce, in uno splendido contesto naturale (se il tempo lo permetterà in alternativa alla Chaquira si potra visitare il Parco Alto de Los Idolos nel comune di San José de Isnos a 20 km da San Agustin, il sito è ricco di resti monumentali che si distinguono per la particolarità e la ricchezza delle rappresentazioni umane e animali con la presenza di alcune pitture) Cena. Pernottamento in hotel. 
    Prima colazione e partenza per Popayan, attraversando il Parque Nacional Puracé, accompagnati dalla vegetazione d’alta quota tipica del paramo e dalle cime di vulcani che dominano la regione. Durante il percorso si incontrano i villaggi di Coconuco, famoso per le sue acque termali sulfuree e Paletarà, dove è d’obbligo una sosta per assaggiare una calda “aguapanela” (un'infusione fatta con la panela, che è ricavata dal succo della canna da zucchero indurita) accompagnata da un tipico formaggio della regione.Pranzo in ristorante. Nel pomeriggio arrivo a Popayan e sistemazione in hotel.Popayan, capoluogo del dipartimento del Cauca, fondata nel 1537 da Sebastian de Belalcazar, grazie alla sua posizione a metà strada fra Cartagena, al nord, e Quito e Lima, al sud, ebbe un ruolo importante nell’epoca coloniale. La sua storia ne ha fatto una delle città più tradizionali della Colombia e uno dei suoi principali gioielli architettonici. E’ conosciuta come la “Ciudad Blanca” per tutte le facciate degli edifici color bianco gesso ed è rinomata per le processioni solenni della Settimana Santa, una delle manifestazioni religiose più antiche di tutta la Colombia, dal 2009 inserite nella lista del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Unesco. Gli elementi centrali delle processioni sono i pasos, statue lignee, per lo più realizzate verso la fine del XVII secolo, che rappresentano la passione di Cristo e che vengono trasportate su baldacchini portati a spalla dai cargueros lungo le principali strade cittadine. La processione più simbolica si tiene il Venerdì Santo e rappresenta la passione di Cristo prima della crocefissione. L’immagine della morte è uno scheletro seguito da un gruppo di uomini con martelli e scalpelli che raffigurano coloro che tolsero il corpo insanguinato dalla croce. La musica, l’odore di incenso e i ceri votivi che accompagnano le processioni contribuiscono a creare un’atmosfera molto coinvolgente. Il percorso segue la forma di una croce latina, passando davanti alle chiese più importanti del centro. Le processioni si tengono più o meno tra le 20 e le 21, quindi al buio della sera. Noi vi assisteremo dai palchi riservati.I preparativi per le processioni durano tutto l’anno e seguono regole e tradizioni tramandate di generazione in generazione che vengono trasmesse ai bimbi a partire dai cinque anni di età. Le funzioni e le responsabilità di ognuno dei partecipanti sono ripartite in modo preciso e l’organizzazione è coordinata dalla giunta permanente per la Settimana Santa in accordo con le autorità municipali e altri organismi. Le processioni non solo attraggono fedeli da ogni angolo del Paese e numerosi turisti, ma costituiscono un imporante fattore di coesione sociale e rafforzamento del sentimento di appartenenza alla comunità locale.Cena in ristorante (la cena potrà essere prevista dopo la processione, pertanto verso le 22.00) e pernottamento in hotel. 
    Prima colazione e visita del centro storico di Popayan, che visitiamo a piedi, ammirando le case, gli edifici storici e le sue innumerevoli chiese. Agli inizi del XVII secolo venne intrapresa la costruzione di edifici sacri, abitazioni, palazzi e scuole. Purtroppo un terribile terremoto distrusse la città nel 1983 e ci vollero una ventina d'anni per il restauro del patrimonio storico che oggi possiamo di nuovo ammirare in tutta la sua bellezza. Nel Parque Caldas, la piazza centrale, si trova la cattedrale neoclassica, più volte ricostruita perché danneggiata dai terremoti. Accanto ci sono vari edifici, sempre con le facciate bianche, tra cui il Municipio e la Torre dell’Orologio. Un’altra chiesa da ammirare è l’Iglesia de San Francisco, la più grande chiesa coloniale della città, la chiesa più antica è invece l’Iglesia La Ermita, costruita nel 1546. L’antico piccolo ponte in pietra Chiquito de la Custodia unisce il centro e la parte settentrionale della città e fu costruito nel 1713. Accanto vi è il ponte Humilladero, un ponte ottocentesco ad archi lungo 240 metri. Al termine delle visite trasferimento all’aeroporto di Cali (130 km 3h circa). Nel tardo pomeriggio partenza per Santa Marta. Arrivo a Santa Marta e trasferimento privato in hotel. Cena e pernottamento. 
    Prima colazione e partenza di primo mattino per l’escursione a Tayronaca, una riserva naturale situata sulle rive del Rio Don Diego, alle falde dell’impontente Sierra Nevada di Santa Marta. Vi si trova un insediamento preispanico indigeno della civiltà Tayrona dove si possono osservare sentieri e terrazze lastricate con pietre di grandi dimensioni levigate, scalinate per salire sulla montagna, canali di pietra, in mezzo a una natura esuberante. Da Santa Marta si raggiunge in bus il Rio Don Diego dopo circa un’ora e mezza di viaggio. Da qui si raggiunge la riserva in lancia. Visiteremo un piccolo museo Tayrona, gli antichi abitanti di questi luoghi, per conoscerne la cultura, ed entrare in una tipica casa degli indigeni Kogui, che si considerano loro diretti discendenti e che ancora oggi conservano le loro tradizioni e vivono in armonia con la natura.Le capanne (bohios) dove abitano i Kogui sono come quelle che i Tayrona costruivano in passato; c’è la stessa base di pietre, sono circolari, costruite con legno e fango solidificato e hanno il tetto di paglia.Faremo poi una passeggiata in mezzo al bosco, seguendo un sentiero che costeggia il Rio Don Diego fino al punto in cui si unisce al Rio Don Dieguito, dove si potrà fare un bagno ristoratore (tempo totale della camminata, circa 2 ore e mezza). Con una navigazione di circa mezz’ora in lancia, potremo raggiungere il punto in cui il fiume sfocia nel mare.Pranzo tipico in ristorante. Rientro a Santa Marta nel primo pomeriggio per visitare, appena fuori dal centro città, la Quinta de San Pedro Alejandrino. È un antico zuccherificio perfettamente restaurato dove Bolívar morì il 17 dicembre 1830, deluso, solo e prigioniero del labirinto dei suoi ricordi, come scrive Márquez in Il generale nel suo labirinto, il racconto del suo ultimo viaggio. Oggi vi si trova un museo di arte contemporanea all’interno di un giardino botanico con alberi centenari. Cena libera e pernottamento in hotel. 
    Prima colazione e partenza per Santa Cruz de Mompox. Dopo circa due ore di viaggio fra piantagioni di banane e di palme, ci fermiamo nel paesino di Aracataca, la Macondo di “Cent’anni di Solitudine” dello scrittore Premio Nobel Gabriel García Márquez. Se avremo il tempo e la fortuna di trovarla aperta visiteremo la casa-museo fedelmente ricostruita dove Gabo nacque e visse da bambino con i nonni materni, quindi proseguiamo a piedi per gli altri luoghi descritti nel suo romanzo: Plaza de Bolívar, il Camellón de los Almendros, la Casa del Telegrafista, la stazione ferroviaria, la statua di Remedios la Bella e il quartiere dove aveva sede la United Fruit Company. Pranzo in ristorante.Ripreso il nostro minibus, continuiamo la lunga tappa fino a raggiungere finalmente, dopo circa 6 ore di viaggio, Santa Cruz de Mompox “lejana y sola”. Cena in ristorante e pernottamento. 
    Prima colazione e visita a piedi della città con guida locale in spagnolo. Santa Cruz de Mompox sorge sull’isola d’acqua dolce più grande del Sud America, l’Isla Margarita, situata tra il Rio Magdalena e il Rio Cauca. Mompox è un vero e proprio gioiello architettonico coloniale perfettamente conservato e proclamato dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità. Fondata nel 1540, Mompox ebbe un’importanza strategica durante la dominazione spagnola in quanto centro di scambi commerciali tra Cartagena, sulla costa, e Bogotá, nell’entroterra. Il declino della sua fortuna nei commerci si deve all’erosione e alla sedimentazione che cambiarono il corso del fiume Magdalena. Oggi è una città sospesa nel tempo che con la sua atmosfera atemporale irradia storia, romanticismo e nostalgia da ogni scorcio, specie lungo la Calle Real del Medio, la via principale in cui si concentrano alcuni degli edifici più belli e importanti della città.Visitiamo la Casa della Cultura e il Museo di Arte Religiosa, le tante chiese fra cui Santo Domingo, San Francisco, San Juan de Dios, San Agustín e Santa Barbara, quest’ultima situata in riva al fiume, con i suoi balconi e la sua torre ottagonale in stile moresco che la rendono unica in Colombia. Le antiche case sono quasi tutte a un piano, con tetti in tegole, portali in pietra, grandi finestre protette da eleganti grate in ferro battuto appoggiate a basamenti ornamentali ognuno diverso. Nella penombra, dove il sole non riesce a penetrare, la gente chiacchiera tranquilla seduta sulle tradizionali sedie a dondolo in legno. Un altro luogo di grande interesse è il vecchio cimitero. Per quanto riguarda l’artigianato, gli orafi di Mompox godono di fama internazionale per i loro delicati gioielli in filigrana d’oro e d’argento. Pranzo in ristorante.Nel pomeriggio tempo libero per godere in tranquillità il fascino nascosto di questo prezioso angolo dimenticato dal tempo, passeggiare tra le vie della città, rilassarsi in un caffè, tornare in uno dei luoghi che ci hanno particolarmente colpito, fare foto o acquisti… Sembra davvero di muoversi dentro un racconto di García Márquez, anche se pare che Gabo nei suoi molti viaggi lungo il Rio Magdalena non si sia mai fermato qui. Mompox è certo il luogo che più assomiglia a quel Macondo che tutti abbiamo immaginato e non è un caso che Francesco Rosi abbia girato fra le sue vie molte delle scene di “Cronaca di una morte annunciata”, la tragica storia di Santiago Nazar che ama, fugge e muore. Cena libera e pernottamento in hotel. 
    Colazione e partenza presto al mattino con il nostro autobus privato verso Cartagena de Indias. Per pranzo prevediamo un semplice lunch box. Lungo il percorso sosta a San Basilio de Palenque, a circa 60 km da Cartagena.La sosta è giustificata non certo per quello che si vede, nulla di rilevante, ma per il valore storico di questo luogo. San Basilio de Palenque, un villaggio, apparentemente non diverso da molti altri del Caribe, è stato dichiarato dall’Unesco “Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità” per il valore della sua storia che ci verrà raccontata in loco. È stato il primo insediamento di schiavi liberi del Sud America perché è qui che nel XVII secolo si rifugiarono alcuni neri fuggitivi e da allora la parola Palenque è diventata sinonimo di libertà. Grazie all’isolamento, i loro discendenti hanno conservato intatte le tradizioni culturali africane: musica, riti, danze, pratiche mediche e la lingua stessa, il “criollo palenquero”, una mescolanza di spagnolo e lingue bantu. Percorriamo quindi gli ultimi chilometri che ci separano da Cartagena de Indias e ci sistemiamo nel nostro hotel.Cartagena non è solo un gioiello architettonico coloniale, forse l’angolo più bello dell’America Latina, anch’essa meritatamente iscritta nella lista dei luoghi Patrimonio dell’Umanità. Ciò che le dona quell’atmosfera rilassata e allegra al tempo stesso è la popolazione gentile e cordiale e la sua vivacità culturale.La sera potremo avere un primo approccio individuale o insieme all’accompagnatore della bella Cartagena, la perla del Mar dei Caraibi, che visiteremo il giorno seguente. Cena al ristorante Interno http://restauranteinterno.comIl ristorante si trova all’interno del carcere femminile di San Diego. Nato alla fine del 2016, grazie alla Fondazione Acción Interna, il ristorante ha lo scopo di migliorare la qualità della vita delle donne incarcerate e offrire loro il supporto e le capacità necessarie affinchè possano trovare lavoro e avere una seconda opportunità una volta scontata la pena. Si tratta del primo progetto di questo tipo di tutta l’America Latina. (Pur trattandosi di un ambiente molto semplice, la cucina è ricercata e valorizza gli ingredienti della tradizione locale).Pernottamento in hotel. 
    Dopo la prima colazione, iniziamo con la visita della zona moderna di Cartagena per poi continuare con il centro storico dentro le mura, fra le antiche strade, piazze, chiese e palazzi dai colori pastello. Cartagena è ricca di cultura, di storia, di fascino e di mistero, un museo a cielo aperto. L'Unesco ha dichiarato più volte il suo amore per questa città definendola una delle più belle del mondo. È una città da percorrere lentamente, a piedi o in una vecchia carrozza trainata da cavalli, alla luce del giorno e di notte, quando i lampioni illuminano le piazze. Solo così si può apprezzarne tutta la bellezza. Fondata nel 1533 da don Pedro de Heredia, Cartagena ebbe una funzione cruciale come centro commerciale e porto d’imbarco dei tesori della Corona durante la dominazione spagnola. Soffrì costanti assedi che determinarono la sua straordinaria architettura militare, caratterizzata da grosse muraglie, fortini e bastioni. Percorriamo le strutture difensive che le conferirono la fama di inespugnabile, fra cui spicca l’imponente mole di pietra del Castello di San Felipe de Barajas, considerato il capolavoro dell’ingegneria militare spagnola in America. Visitiamo i principali edifici religiosi del centro storico: la Cattedrale, la chiesa e il chiostro di San Pedro Claver. Nella Plaza de la Aduana si può apprezzare il Palazzo Municipale, sede del Comune, mentre nel settore nord della città si trova la Plaza de las Bòvedas, sotto le cui arcate, oggi occupate da negozietti per turisti, nel passato s’immagazzinarono munizioni e armi e alloggiarono le truppe. Dalla Puerta del Reloy si arriva alla Plaza de los Coches, dove anticamente si svolgeva il mercato degli schiavi. Oltre c’è il quartiere di Getsemani, parte del centro storico, ma ancora più giovane e vivace, con magnifici murales e tanti locali dove ascoltare musica e bere un drink. Pomeriggio libero per ritornare nei luoghi più suggestivi o dedicarci agli ultimi acquisti. L’accompagnatrice, appassionata lettrice di Márquez e laureata in letteratura inglese e iberoamericana, accompagnerà chi lo desiderasse alla scoperta degli angoli della città cari all’autore e di quelli descritti nei due libri che a Cartagena sono ambientati: “Dell’amore e di altri demoni”, la storia di una marchesina allevata dagli schiavi sullo sfondo di Cartagena nel periodo dell'Inquisizione e il bellissimo “L'amore ai tempi del colera”. Nell’autobiografia “Vivere per raccontarla” Márquez scrive di Cartagena, sua città di adozione per gran parte della vita: “Mi bastò fare un passo dentro la cinta per vederla in tutta la sua grandezza nella luce malva delle sei del pomeriggio, e non mi fu possibile reprimere la sensazione di essere rinato”. E alla stessa ora anche noi saluteremo la Colombia sorseggiando un aperitivo di fronte all’oceano mentre la brezza serale rinfresca l’aria e il sole si immerge nelle acque scure.Pranzo libero, cena in ristorante e pernottamento in hotel. 
    Prima colazione in hotel e trasferimento privato all’aeroporto di Cartagena per il volo per Bogotà. Pasti liberi. Arrivo e connessione con il volo in partenza per Madrid. Pernottamento a bordo. 
    Arrivo a Madrid e connessione con il volo per l’Italia.   San Agustin     2. Mompox      3. Incontri a Cartagena de Indias 

    Perché con noi

    • Viaggiamo con tour Leader esperto dall'Italia o italiano residente in loco
    • Assistiamo alla processione del Venerdì Santo a Popayan, le cui celebrazioni per i riti pasquali sono state inserite nella lista del Patrimonio Culturale Immateriale dell'Umanità dall'Unesco
    • Visitiamo Aracataca, per tutti Macondo

    Approfondimenti di viaggio

     • L’IMPEGNO PER UN TURISMO SOSTENIBILEPromuoviamo lo sviluppo di una coscienza sostenibile da sempre. Da molto prima che la parola sostenibilità diventasse tendenza. Favorire un turismo che non consuma, sfiora e valorizza ciò che incontra. Visitare i luoghi cercando di lasciare tracce minime del proprio passaggio sono tra i primi punti della nostra “Carta Etica del Viaggio e del Viaggiatore”, documento redatto nel 2006 e consegnato a tutti i viaggiatori prima della [...]