Da sempre Kel 12 presta particolare attenzione alla responsabilità ambientale e sociale. Nel corso degli anni ci siamo impegnati a sensibilizzare i nostri viaggiatori e a supportare attività e progetti che avessero i nostri stessi obiettivi ma anche, valori e principi.
Non ci siamo però voluti fermare a questo. Da novembre 2021 Kel 12 ha ufficialmente cambiato status giuridico, diventando Società Benefit, un’azienda “double purpose”. Le Società Benefit rappresentano un’evoluzione del concetto stesso di azienda: a differenza delle società tradizionali, il cui scopo è la distribuzione dei dividendi agli azionisti, le Società Benefit integrano nel proprio oggetto sociale, oltre agli obiettivi di profitto, il perseguimento di un impatto positivo sulla società e sulla biosfera. Rappresentano inoltre uno strumento legale, per creare una solida base per l’allineamento della missione nel lungo termine e la creazione di valore condiviso.
In linea con questi principi abbiamo deciso di supportare il progetto della nostra Esperta Angelica Pastorella.
Nel 2022 la nostra esperta sinologa e antropologa Angelica Pastorella ha intrapreso un’indagine etnografica nella valle himalayana di Zanskar, parte del territorio indiano del Ladakh, una delle aree più vulnerabili ai cambiamenti climatici del mondo. Il progetto comprende la realizzazione di un documento audio-visivo e di una monografia circa l’impatto del mutamento climatico e della scarsità idrica sulle comunità zanskari. Il tema di ricerca riguarda le percezioni dell’ambiente e del paesaggio, con uno speciale riferimento all’acqua, così come sono emerse dallo studio e dall’osservazione sul campo sia di credenze e attività di specialisti rituali sia di sistemi di conoscenza indigeni della sostenibilità.
La regione di Zanskar, spesso descritta come un deserto d’alta quota arido e freddo, è rimasta nascosta per secoli tra la catena dei monti Zanskar e le alte e impervie pareti settentrionali della catena himalayana. È abitata da una popolazione prevalentemente buddhista di lingua tibetana che, con estrema resilienza, tenta di resistere – nonostante la grave crisi idrica – elaborando sistemi sostenibili di approvvigionamento dell’acqua attraverso una costante comunicazione con gli esseri sottili, ritenuti parzialmente responsabili della ferocia climatica.
Le immagini dei ghiacciai che si fondono sono ormai divenute un luogo comune nelle pubblicazioni scientifiche e nel mondo dei media. Dalle regioni ghiacciate le osservazioni si combinano con il discorso globale sul cambiamento climatico per creare narrazioni di perdita e possibilità. I ghiacciai però, più che meri elementi distanti nel paesaggio, sono intimamente connessi alle comunità locali. Insieme alle cime innevate sono la linfa vitale dell’Himalaya, poiché alimentano fiumi e torrenti delle valli. Sono venerati e associati alla fertilità. Costituiscono una componente fondamentale di come viene percepito l’ambiente.
Durante la prima fase di ricerca, Angelica ha intervistato le varie autorità competenti nella gestione dell’acqua, studiosi e conservatori del patrimonio culturale locale, attivisti ambientali e ingegneri idraulici come Tsewang Norphel e Sonam Wangchuk, famosi per la creazione dei ghiacciai artificiali. Per far fronte alla ricorrente scarsità d’acqua, diversi serbatoi di ghiaccio, comunemente noti come ghiacciaci artificiali, sono stati introdotti in Ladakh e promossi come opportune strategie di adattamento ai cambiamenti della criosfera. A causa delle basse temperature e dell’elevata variabilità del manto nevoso stagionale, c’è una tipica carenza di acqua all’inizio della stagione agricola per circa due mesi fino a una sufficiente e affidabile fornitura di acqua di disgelo proveniente dai ghiacciai d’alta quota. I ghiacciai artificiali servono a colmare il divario critico della disponibilità d’acqua fornendo serbatoi di ghiaccio che si sciolgono prima della stagione agricola.
Angelica, inizialmente insieme all’amica sinologa Denise Scavuzzo, che si è occupata delle riprese video, e a Lobzang Wangtak fondatore della ONG Navikarana (navikarana.org ), che opera nel campo dell’energia pulita e delle tecnologie di irrigazione, ha raggiunto Padum, capoluogo della valle centrale di Zanskar. Padum è diventata la sua base per circa sei mesi. Da lì partiva per escursioni a piedi, in motorino o in automobile, nei diversi villaggi e monasteri disseminati lungo la valle, per incontrare e ascoltare persone che l’aiutassero ad interpretare il complesso intreccio relazionale tra umani e non umani. Praticanti tantrici, astrologi, oracoli, preziosi maestri buddhisti, medici tradizionali, signori della musica, signori delle acque, ingegneri erano tutti coinvolti nel mantenere l’equilibrio delle relazioni bio-culturali tra le specie, sia visibili che invisibili.
Grazie al prezioso supporto di un nostro viaggiatore che Angelica ha accompagnato in tour Kashmir Zanskar e Ladakh, nel maggio 2023 la Ong Navikarana, ha installato una pompa a energia solare nel fiume Kargyak, un affluente del fiume Zanskar. Ora, attraverso una conduttura, l’acqua viene costantemente spinta fino al bacino idrico tradizionale di Tangze. In tal modo si è evitato l’abbandono del villaggio e permesso agli abitanti di avere una sufficiente quantità d’acqua per irrigare le coltivazioni.







Foto: Angelica Pastorella